Variante Omicron: perchè ci sono tante discrepanze nei risultati dei test?
Il tempo di incubazione, il picco di contagiosità e la sua presenza nella saliva… sono le principali incognite della variante Omicron, che mettono in discussione i protocolli di screening.
Un risultato negativo, seguito da una seconda PCR positiva, test antigenici negativi nonostante i sintomi tipici del Covid-19, persone all’interno della stessa famiglia che hanno gli stessi sintomi ma non gli stessi risultati dei test… Le testimonianze che evocano discrepanze diagnostiche si moltiplicano mentre l’onda Omicron sembra rallentare la sua forza.
Queste differenze sono principalmente spiegate da un maggiore utilizzo, nelle ultime settimane, di autotest e test antigenici, meno sensibili dei test PCR, finora senpre stati i principali strumenti utilizzati per la diagnosi. Gli autotest sono infatti test antigenici su tamponi nasali effettuati a casa, che provocano molti falsi negativi, ad oggi si calcola circa il 46% di errore su casi positivi ma asintomatici. Dal canto loro, in pieno inverno, i test antigenici effettuati con tamponi nasofaringei, producono più falsi positivi quando vengono utilizzati a temperature troppo basse, ad esempio nei centri per eseguire i test realizzati all’esterno.
“Tuttavia, oggi ci troviamo di fronte all’Omicron, che si comporta in modo diverso dalle varianti precedenti e per il quale si è ancora in fase di recupero dei dati”, rilevano le autorità sanitarie mondiali. Questi falsi risultati dovrebbero avvisarci del fatto che la bussola ha perso la rotta di fronte alle particolarità della variante Omicron?
Il primo segnale è arrivato, a fine dicembre 2021, dagli Stati Uniti, dove l’agenzia responsabile dell’autorizzazione alla vendita di farmaci ha messo in dubbio alcuni vecchie analisi : “I primi dati suggeriscono che i test antigenici rilevano la variante Omicron ma possono avere una sensibilità ridotta. Ciò significa che i falsi negativi sarebbero più comuni con Omicron che con le varianti precedenti. Una scoperta confermata da un team di ricercatori svizzeri che ha valutato otto test antigenici rispetto alle varianti Delta e Omicron. “Abbiamo osservato una sensibilità leggermente inferiore con Omicron “, spiega la virologa Isabella Eckerle, che ha effettuato lo studio. Tuttavia, questi dati non dovrebbero essere troppo preoccupanti, “perché se ci fosse stato davvero un problema con la sensibilità dei test, da dicembre non avremmo rilevato così tanti casi di Omicron”