Crisi Ucraina: Londra alza la voce (e non solo) contro Mosca
Il Regno Unito, che ha 1.150 soldati nell’Europa orientale, prevede di raddoppiare le sue truppe e “colpire gli interessi economici più vicini a Putin”.
Per dissuadere il Cremlino dall’invadere l’Ucraina, Londra si dice pronta a chiedere alla NATO di raddoppiare il contingente britannico impiegato nell’Europa Orientale, l’intenzione del governo inglese è quella di arrivare a dispiegare almeno 3000 uomini nelle basi Nato più vicine al confine russo. Ma non è tutto. Questa domenica in un’intervista su Sky News, Liz Truss, il capo della diplomazia britannica, ha indicato la volontà del suo governo di “prendere di mira gli interessi economici russi che sono di diretto interesse per il Cremlino, questo anche se l’attuale regime sanzionatorio, consente di “colpire solo le società coinvolte direttamente nella destabilizzazione dell’Ucraina”.
“Quello che cerchiamo di fare”, ha proseguito, “è ampliare la portata delle sanzioni, in modo che qualsiasi azienda di interesse per il Cremlino possa essere presa di mira”. Questa forse, una risposta alle accuse che l’Europa porta al goveno Inglese, che chiude un occhio sull’afflusso di fondi russi nelle banche britanniche. “Gli oligarchi di Putin e le compagnie russe coinvolte nel sostegno allo stato russo, non avranno nessun posto dove nascondersi “, ha aggiunto. Il primo ministro Boris Johnson parlerà presto con il presidente russo Vladimir Putin per esortarlo a “fare marcia indietro”.
Le relazioni tra Russia e Occidente hanno raggiunto il punto più basso dalla Guerra Fredda. La Russia ha dispiegato decine di migliaia di uomini ai confini dell’Ucraina negli ultimi mesi, facendo temere un’invasione. Sebbene il governo russo neghi qualsiasi piano del genere, insiste su garanzie scritte per la sicurezza della Russia, inclusa la promessa che l’Ucraina non potrà aderire alla NATO.
Gli Stati Uniti e gli stati europei, stanno lavorando da diversi giorni sulle sanzioni da adottare in caso di attacco della Russia contro l’Ucraina. Questo è un tema molto discusso in commissione in quanto la riduzione degli acquisti gas e petrolio, per il 43% e il 20% della richiesta fatta dalla Ue, vedrebbe aumentare la sofferenza economica di molti stati. I conseguenti aumenti del valore all’utente, non potrebbero essere conpensati dai governi.
Una grande incognita è anche la posizione della giovanissima coalizione di governo tedesca in caso di escalation delle tensioni con la Russia.
Da parte americana, Joe Biden, il presidente americano prevede di vietare alle banche russe di utilizzare il dollaro, la valuta regina del commercio internazionale.
Quello che molti studiosi temono è che la tensione al confine ucraino, non si altro che un escamotage che l’America stia utilizzando per deviare e in qualche modo bloccare, gli effetti (a lei nocivi), degli accordi economici tra Russia e Cina. Accordi che toglierebbero l’America dall’Olimpo per regregarla nelle retrovie.