Teorie sull’origine della parola e l’influenza sulla coscienza dell’uomo

Avantgardia

La scienza non sa quando e come è apparso il linguaggio umano. Molte le ipotesi, soggette a numerose critiche.

Ad esempio la teoria delle “grida del lavoro“, secondo la quale la lingua è apparsa durante il primo processo di interazione lavorativa. Tuttavia, numerosi esperimenti hanno dimostrano che la lingua non è un prerequisito per la cooperazione compresa quella lavorativa. Allo stesso tempo, si osserva che tutti i linguaggi umani sono molto complessi e non possono essere paragonati ai linguaggi primitivi degli animali che più si avvicinano all’uomo. Il linguaggio umano è progettato non solo per le comunicazioni situazionali, ma principalmente per la narrazione. Sebbene senza il linguaggio la cultura umana non avrebbe potuto svilupparsi, l’emergere non della parola, ma della coscienza umana, fu la necessità primaria nello sviluppo della parola. 

Canaan è uno degli stati che esistevano nell’antichità nella penisola del Sinai. Secondo un’ipotesi, l’alfabeto cananeo sarebbe sorto sulla base di geroglifici egizi. Tuttavia, a differenza dei geroglifici, era già una lettera alfabetica.

Allo stesso tempo, non si può assolutamente parlare di alcuni indiscutibili vantaggi della scrittura alfabetica, poiché esiste un esempio della più alta cultura della Cina, che ha conservato la scrittura ideografica. Questi sono solo due diversi tipi di scrittura, non c’è risposta alla domanda su quale sia il migliore. La differenza principale è che la scrittura alfabetica è in grado di trasmettere non solo la semantica, ma anche il suono della parola. Qualsiasi alfabeto è un insieme di suoni fissati in modo letterale, fonemi. Noto che questa qualità della scrittura alfabetica ci aiuta anche a identificare la relazione delle lingue.

Se pensiamo che gli uomini sono diversi tra loro e quindi anche il modo di emettere suoni non è uguale per tutti, possiamo ipotizzare che ci sia voluto molto tempo per identificare le minime particelle sonore in un discorso, per creare un alfabeto. Questo ci fa intuire che l’uomo sia arrivato a questa scoperta solo dopo aver raggiunto un certo sviluppo intellettivo.

Poiché la nostra intera civiltà è costruita sulla scrittura, dallo sviluppo sociale alla religione l’uomo ha studiato regole ortografiche, nonché un’intera infrastruttura che le supporti e le aggiorni.  

Ad oggi la scienza non sa quando e come è nato il linguaggio umano. E non è detto che questa scoperta verrà mai fatta. Grandissimi sforzi per trovare una risposta a questa domanda furono compiuti dal XVII secolo fino alla metà circa del XIX secolo, sullo sfondo dello sviluppo generale della cultura, della filosofia, della scienza, nonché della crisi del cristianesimo. Nella coscienza pubblica, il posto di Dio cominciò ad essere occupato dall’uomo stesso. E questo ha creato molte domande a cui era necessario rispondere: come è apparsa una persona, se non è stata creata da Dio, oppure come ha trovato la parola? Domande che fino ad allora nessuno si era mai posto.

Nel Medioevo si cercava la “lingua di Adamo”, secondo la tradizione biblica, usata quando proprio Adamo dava nomi ad animali, piante e a tutti i fenomeni che lo circondavano… con l’utilizzo della lingua poteva dominare il mondo. 

Fu quindi nel periodo temporale tra il  XVII e il XIX secolo che furono avanzate le principali teorie sull’origine della lingua. Tra queste vi era quella basata sulle interazioni emotive, in tutte le lingue normalmente l’interazione di una parola con l’emozione della paura produce il suono “a”, anche se lo spavento attiva il suono “e”. Ma l’interazione di un suono non definisce una parola, questo mette in seria discussione questa teoria. 

Un’altra teoria afferma che l’attività lavorativa congiunta, fatta da più proto-umani portò alla comparsa del linguaggio, la cosiddetta teoria delle “grida del lavoro”. Una delle teorie più resistenti alle critiche, perché ad esempio le “scimmie moderne”, sono perfettamente in grado di svolgere attività congiunte, come procurarsi il cibo anche organizzando vere battute di caccia.  Che il lavoro collaborativo non abbia bisogno di molti discorsi è confermato anche dagli esperimenti che si svolgono nelle università che studiano le lingue. L’esperimento è semplice, a una studente viene chiesto di descrivere come fare un nodo, un secondo studente deve, secondo la descrizione sentita, fare un nodo simile, finora nessuno è mai riuscito davvero a farlo. Ma se la comunicazione si trasforma in una dimostrazione pratica, il nodo viene ripetuto in modo semplice. 

In generale, la lingua serve in misura maggiore non per la comunicazione situazionale, ma per la narrazione, cioè la narrazione, per l’argomentazione. Pertanto, la lingua è così complicata, è molte volte più complicata di quanto sarebbe necessario solo per la comunicazione in un processo di crescita.

Certo, la ricerca delle origini del linguaggio umano continua e molti studi sono ancora in corso. Sempre alla ricerca di una risposta alla domanda, “quando è nato il linguaggio umano?“, gli scienziati stanno esplorando principalmente i linguaggi degli animali. Tuttavia, il linguaggio animale è sempre limitato alla comunicazione situazionale, anche negli animali che sono organizzati in vere e proprie comunità. Quando un cane abbaia a un oggetto, non dice nulla al riguardo. O le api, che hanno un linguaggio legato al tipo di volo sviluppato e molto sottile. Ma anche in questo caso gli studi ci dico che le informazioni vengono sempre trasmesse in tempo reale, senza qualcosa che possa legarle a un passato o a un futuro, niente di più.

In conclusione è difficile stabilire la reale nascita della lingua perché abbiamo accesso alla storia delle lingue umane solo per 8-10 mila anni al massimo a complicare la situazione c’è il fatto che le lingue possono cambiare molto nel tempo e velocemente. La variazione è una delle proprietà chiave di una lingua e definiamo questa proprietà come “fonetica”.

Le caratteristiche della fonetica delle lingue sono spesso spiegate dall’interazione con l’ambiente. Ad esempio, le lingue della Polinesia sono molto sonore, rumorose, piene di vocali. Gli studiosi pensano che ciò sia dovuto al fatto che gli abitanti di questa regione dovevano costantemente gridare per il rumore del mare quando navigavano in barca.  

L’unica certezza che oggi gli scienziati hanno è che esiste un’unica immagine linguistica nel mondo, “la percezione”. Determinata non solo e non tanto dalla lingua, ma dalla cultura nel suo insieme, una qualità molto importante per la comunità umana. Ad esempio, nelle lingue delle popolazioni costiere esiste un numero enorme di parole legate al mare, alla pesca. È persino difficile per noi immaginare quante diverse parole e termini speciali possano esserci nei linguaggi sviluppati in situazioni o territori strutturalmente diversi e distanti tra loro. Così come quando impariamo una lingua straniera, soprattutto se accade immersi in un territorio dove si parla la lingua che vogliamo imparare, iniziamo in modo inconscio ad appropriarci della sua cultura, arrivando a pensare come gli abitanti che ne fanno parte.

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