Proposta NATO-Ucraina: Rasmussen suggerisce un’adesione senza i territori occupati dai russi
Una proposta audace
L’ex segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen, ha avanzato una proposta audace: l’adesione dell’Ucraina al blocco atlantico senza i territori che non controlla più.
In un’intervista al Guardian, Rasmussen ha affermato che è giunto il momento di “fare il passo successivo” e integrare l’Ucraina nella NATO, posta al cuore di una nuova architettura di sicurezza europea.
Secondo Rasmussen, questa mossa non solo rafforzerebbe la sicurezza dell’Ucraina, ma dissuaderebbe la Russia da eventuali nuove aggressioni, contando sulla credibilità delle garanzie dell’Articolo 5. L’ex capo della NATO ha sottolineato che ciò non implicherebbe la cessione di una grossa parte del territorio ucraino oggi controllato dalle truppe russe.
Rasmussen ha lanciato un “chiaro messaggio alla Russia” riguardo a possibili violazioni del territorio NATO, un concetto che ha paragonato a un’ipotetica no-fly zone sul suolo ucraino. Il Guardian ha inoltre rivelato che Rasmussen ha collaborato con il capo dello staff della presidenza ucraina, Andrey Yermak, durante il recente vertice NATO di Vilnius, che si è concluso senza un invito ufficiale all’adesione dell’Ucraina.
La proposta di Rasmussen è stata accolta con scetticismo da Mikhail Podolyak, consigliere del capo dell’ufficio presidenziale ucraino. Podolyak ha sottolineato la necessità di un continuo “aiuto militare/tecnologico su larga scala” per consentire al suo esecito di riconquistare i territori persi, piuttosto di proposte che implicano la loro cessione.
Le tensioni geopolitiche si acuiscono considerando anche il conflitto nella striscia di Gaza. Mentre i partner occidentali diminuiscono le forniture di armi a Kiev, l’Ucraina continua a chiedere ulteriore supporto. Le preoccupazioni sull’affaticamento degli alleati occidentali e il divario che si sta aprendo con Kiev, emergono nelle notizie riportate dai media, ma il capo dell’ufficio di Zelenskyj, Andrey Yermak, respinge il concetto di stanchezza occidentale, mentre il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov ritiene che il sostegno all’Ucraina stia diventando un onere insostenibile per l’Occidente.