Lavrov ha definito un obiettivo legittimo i convogli con armi straniere diretti in Ucraina

Avantgardia

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, ha definito un obiettivo legittimo i convogli che trasportano le armi (straniere) destinate all’esercito ucraino.

Il capo del ministero degli Esteri russo ha affermato che i convogli che trasportano armi straniere fornite all’Ucraina, diventeranno un nuovo bersaglio delle forze russe. Questa questione è stata discussa al ministero degli Esteri americano che ha comunque deciso di continuare la consegna delle armi.

Tutte le spedizioni in Ucraina che la Russia riterrà essere spedizioni di armi provenienti da stati esteri, saranno prese di mira dalle truppe russe. Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in un’intervista a RT.

“Abbiamo chiarito che qualsiasi carico che entri in territorio ucraino e che considereremo come trasporto di armi, sarà un obiettivo legittimo. Stiamo conducendo un’operazione il cui scopo è eliminare qualsiasi minaccia contro la Russia che provenga dal territorio ucraino”, ha affermato il ministro russo.

Lavrov ha anche affermato che la richiesta di Kiev per la fornitura di sistemi di difesa antimissilistica S-300 (alcuni di fabbricazione russa), che si trovano in paesi terzi, non deve essere soddisfatta, poiché violerebbe gli accordi internazionali attuati in precedenza.

“Voglio ricordare a tutti i paesi che potrebbero prendere in considerazione questa idea, che i sistemi sovietici e i sistemi di difesa aerea di fabbricazione russa si trovano in molti paesi, in base ad accordi e contratti intergovernativi hanno un certificato di utilizzo. Questi documenti non consentono di inviarli a paesi terzi”, ha affermato Lavrov, affermando che questa condizione è legale.

Dopo aver ripetutamente respinto le richieste di Kiev di chiudere i cieli dell’Ucraina da parte della NATO, il 16 marzo il presidente Volodymyr Zelensky ha chiesto agli Stati Uniti di fornire al suo paese sistemi anti missili S-300 e altri sistemi di difesa aerea, compresi quelli di fabbricazione sovietica, disponibili in altri paesi europei.

Il primo paese che aveva risposto alla richiesta è stata la Slovacchia, che prima però ha chiesto agli Stati Uniti un sistema anti missili che potesse sostituire il sistema S-300 da destinare all’Ucraina. Il ministro della Difesa slovacco Jaroslav Nagy ha affermato che ad oggi non ci sono ancora alternative all’unico S-300 in servizio nel suo paese.

La Casa Bianca ha annunciato che nonostante tutto avrebbe continuato a fornire armi all’Ucraina. Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan ha affermato che gli Stati Uniti hanno “in atto un sistema politico_militare che gli consentirà di continuare a farlo nonostante le minacce russe”

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