Iran; la polizia morale iraniana potrebbe essere sostituita da “nuove tecnologie”

Avantgardia

Il Centro iraniano per la promozione della virtù e la proibizione del vizio ha dichiarato “che la missione della polizia morale è terminata“, ma ha sottolineato che sono allo studio nuove tecnologie per controllare l’abbigliamento femminile.

“La missione delle pattuglie della polizia morale è finita”, ha dichiarato Ali Janmohamadi, portavoce del Centro per la promozione della virtù e la proibizione del vizio. Tuttavia, Janmohamadi ha indicato che “si stanno prendendo decisioni sulla castità e sul velo, affinché, ad Allah piacendo, possano essere applicate in un contesto più moderno, con l’uso delle nuove tecnologie”.

Il funzionario ha difeso che c’è un forte sentimento popolare di rispettare “la castità e l’hijab”, il velo femminile, per il quale “devono prendere provvedimenti la polizia e le autorità giudiziarie”.

Va decisamente evidenziato che le autorità iraniane già utilizzano tecnologie, comprese le telecamere stradali, per multare le donne che guidano senza il velo obbligatorio, il che può significare fino a due mesi di carcere. Il regime iraniano si è scontrato per più di due mesi con le proteste di piazza, dopo la morte di Mahsa Amini, detenuta dalla ‘polizia della moralità’ per uso scorretto del velo e da allora, questa unità speciale, ha smesso di girare per le strade del Paese. Le rivolte sono iniziate a causa della morte della giovane ragazza curda ma hanno acquisito una nuova dimensione, con i manifestanti che hanno messo in discussione la Repubblica islamica fondata dall’Ayatollah Ruhollah Khomeini nel 1979.

In circa tre mesi di proteste, secondo varie organizzazioni, più di 400 persone sono state uccise, sei condannate a morte e circa 2.000 accusate di vari reati ed incarcerate per la loro partecipazione alle proteste di piazza.

Janmohamadi così conferma la fine delle attività della ‘polizia della moralità’, organismo che dal 2005 impone alle donne di rispettare il codice di abbigliamento imposto dalla Repubblica islamica.

Il procuratore generale del Paese, Mohamad Yafar Montazeri, ha affermato che il controverso organismo di pulizia molrale, “non ha nulla a che fare con la magistratura ed è stato soppresso da coloro che lo hanno creato”, una mossa che è stata interpretata come la fine della forza.

Tuttavia, gli ambienti conservatori hanno subito negato la soppressione della ‘polizia della moralità‘, che dipende dal Ministero dell’Interno e dal Consiglio Supremo della Cultura e della Rivoluzione.

Il Centro iraniano per la promozione della virtù e la proibizione del vizio sovrintende al comportamento morale nel paese, e tra i suoi membri vi sono i ministri degli interni, dell’informazione e della cultura.

La “polizia della moralità” esiste nella sua forma attuale dal 2005, ma in precedenza assumeva altre denominazioni ed era gestita da vari organismi preposti all’applicazione delle leggi vigenti.

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