Luca Morisi e Matteo Salvini (immagine di repertorio)

IL CREATORE DELLA “BESTIA”; SEMBRA IL TITOLO DI UN FILM HORROR INVECE È QUELLO DI UNA TRAGEDIA

Avantgardia

L’invidia è un’emozione bassa, spesso alimentata dal desiderio di vendetta, Luca Morisi, che è appena stato colpito da una valanga, può fare solo il “mea culpa, come cristallo sono stato fragile, colpa mia se mi hanno steso come un pugile poco agile…” Il capo della comunicazione, guru dei social media e spin doctor di Matteo Salvini, negli ultimi anni ha esposto molte persone alla Gogna Mediatica su internetper conto del suo cliente e amico, migranti, oppositori politici, tossicodipendenti. Oppure cancellato ex collaboratori (di loro si è parlato allungo), che si sono visti senza un lavoro dal giorno alla notte, chi non faceva parte del nuovo orticello veniva escluso, grazie e arrivederci da oggi arrangiati, senza un minimo di umanità… umanità una parola poco conosciuta.

Chi la fa l’aspetti è un proverbio utilizzato frequentemente nel gergo popolare, il significato è piuttosto chiaro, chi commette una cattiva azione, chi commette un torto deve essere pronto a ricevere una punizione uguale e contraria, come la terza legge della dinamica, o principio di azione e reazione, stabilisce che a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, in altri termini, chi danneggia qualcuno deve aspettarsi di subire un danno identico.

Il tempo è galantuomo, i detti popolari spesso sono portatori di saggezza e Morisi questo lo sta imparando sulla propria pelle. Incastrato proprio da quella gogna mediatica che spesso alimentava senza prove reali (il web si sa digerisce tutto), che oggi lo accusa di festini con giovani, cocaina, flaconcini di una sostanza liquida ancora non identificata. Pesanti accuse che ad oggi non hanno chiare evidenze. E con lui Salvini, in una certa misura nell’eco. Forse oggi Morisi sta provando quello che provavano tutti quelli presi di mira dalla “Bestia“, forse oggi in molti capiranno che i cosi detti “social” sono delle grandi bocche da fuoco che nella maggior parte dei casi, non dispensano verità, anzi… Diffidare di chi ne fa uso costante per divulgare “verità” è sempre una buona medicina. 

L’avvocato di Luca Morisi, Fabio Pinelli, conferma di aver già manifestato all’Autorità Giudiziaria la “piena disponibilità” del suo assistito “a chiarire tutti gli aspetti della vicenda”, ribadendo “la piena convinzione della irrilevanza penale della condotta di Morisi, il quale non ha mai posseduto il flacone contenente il liquido oggetto di accertamenti”.

Facendo delle ricerche su Google non si trovano foto della sua vita privata, solo foto postate ad hoc, solo immagini per i social, funzionali alla propaganda salviniana, sempre accanto all’ex ministro dell’Interno. Morisi, anni 47, mantovano, si è descritto come un “megafono sociale”. Ha sempre fatto tanto rumore su Facebook, Twitter, Instagram per Salvini. L’idea di chiamare Salvini “il Capitano” aveva generato nei seguaci un forte senso di appartenenza, ma a cosa però?.

Gestiva un gruppo di una ventina di ragazzi che lavoravano al fine di postare decine e decine di post al giorno. Salvini che mangia un pane alla Nutella, Salvini che si fa un selfie con i fan, Salvini che mangia un grande piatto di pasta italiana, Salvini contrario ai soccorritori del mare, Salvini nella vita privata che abbraccia la figlia, Salvini su una scavatrice in un insediamento rom, Salvini in costume da bagno, Salvini con il rosario e il vangelo, Salvini nello stabilimento balneare Papeete. Le tanto discusse felpe e i giochi a premi come il “VinciSalvini“, che hanno trasformato “la politica“, intesa come un vero lavoro a favore dello stato e della comunità, in un gande “show” di intrattenimento, come quello che possiamo vedere la domenica pomeriggio sui principali canali televisivi. Tutto con un vero obiettivo, aumentare la visibilità del Capitano, arrivato a collezionare più di 5 milioni di contatti sul web. Ma tutto questo fa davvero parte del lavoro di un “politico”?

Quando aveva annunciato le sue dimissioni per “motivi familiari”, si era pensato a una rottura di pensiero politico (?), con il Capitano e con il resto del partito. 

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