Gelo tra Italia e Francia; La Meloni prima attacca poi smorza i toni

Avantgardia

Il nostro impegno per aiutare l’Ucraina è a 360 gradi, avrei voluto Zelensky a Sanremo e un Macron meno improntato su se stesso. Sul problema migranti non dobbiamo cambiare passo e spostare il problema verso tutta l’UE”

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha recentemente partecipato a un vertice europeo con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. In questa occasione Meloni ha ribadito la posizione chiara e coerente dell’Italia sull’Ucraina, impegnata a 360 gradi sui fronti finanziario, militare e civile. La presidente del Consiglio ha inoltre evidenziato la piena disponibilità dell’UE a restare al fianco di Kiev con tutti gli strumenti necessari.

Meloni ha inoltre dichiarato di aver apprezzato l’invio di una lettera di Zelensky al festival di Sanremo, anche se avrebbe preferito la sua presenza fisica. Tuttavia, ha sottolineato che è sempre difficile far entrare la politica in un evento come Sanremo, anche se spesso è inserita nei copioni.

La posizione dell’Italia sull’Ucraina è stata espressa con chiarezza dalla Meloni, che ha ribadito l’impegno sui fronti finanziario, militare e civile. La premier ha sottolineato la volontà dell’Unione Europea di rimanere al fianco di Kiev con tutti gli strumenti necessari. Durante la conversazione con Zelensky, la presidente del Consiglio ha confermato la disponibilità dell’Italia a organizzare la visita a Kiev, che il presidente ucraino ha nuovamente richiesto.

L’Italia, insieme alla Francia, sta inviando il sistema anti missili Samp-T a Kiev, in una joint venture per aiutare l’Ucraina. L’invio di aiuti militari non porterà ad un’escalation della guerra, secondo Meloni, ma solo ad un equilibrio delle forze in campo e alla pace. Durante il recente Consiglio europeo, l’Ue ha dato un’immagine di compattezza nei confronti dell’Ucraina e ha confermato il pieno sostegno alla sovranità e alla libertà.

Meloni ha espresso soddisfazione per i risultati ottenuti dall’Italia durante il Consiglio europeo e ha definito il documento prodotto come una grande vittoria per il paese. Con queste parole, l’Italia conferma il suo impegno a supportare l’Ucraina e a lavorare per la pace.

Sono molto contenta dei risultati ottenuti dall’Italia in questo Consiglio europeo, sono soddisfatta di importantissimi passi avanti fatto su alcune materie particolarmente delicate”, ha detto Meloni. Il documento prodotto dal vertice Ue “è una grande vittoria per l’Italia, mi ritengo estremamente soddisfatta”.

 

Il vertice europeo si è inoltre concentrato sulla proposta italiana riguardante la flessibilità dei fondi economici destinati agli stati e sulla riforma del Patto di stabilità. La posizione italiana, spiegata dal nostro Primo Ministro, è stata che durante la prossima discussione sul Patto Economico, i cofinanziamenti nazionali dovessero essere considerati e inseriti all’interno dei risultati del rapporto deficit/Pil delle singole nazioni, posizione questa che è stata inserita nella stesura finale degli accordi presi al vertice.

Meloni ha anche chiesto che la Commissione europea faccia una proposta sul fondo sovrano europeo in modo possa meglio rispondere esigenze strategiche europee. Ha sottolineato che la flessibilità non significa spostare fondi di coesione in altre regioni, ma capire se si possa costruire uno spazio fiscale che concentri risorse su singole priorità come ad esempio la competitività delle imprese. In sostanza la Premier ha chiesto che gli stati possano aver libero arbitrio sulla gestione dei fondi concessi destinandoli laddove la politica sociale ed economica del paese è più debole.

Infine, la premier ha chiesto che il rinnovo del Patto di stabilità consideri gli investimenti futuri, concentrandosi maggiormente sulla crescita piuttosto che sulla stabilità, così da rendere il debito italiano più sostenibile.

La proposta italiana per il vertice europeo è quella della possibilità di una flessibilità sui fondi esistenti. L’altra cosa che abbiamo chiesto è che nella futura discussione sul Patto di stabilità si tenesse conto del fatto se i cofinanziamenti nazionali messi in campo impattano sul rapporto deficit/Pil. Siamo riusciti a inserire questo elemento: nella riforma del Patto si tenga conto delle decisioni prese. La posizione italiana sulla materia economica è pienamente entrata nelle conclusioni del vertice”.

 

Il tema dei migranti portato dalla Meloni è stato oggetto di un cambiamento importante, che ha portato ad un nuovo approccio diverso rispetto al passato. Il documento messo nero su bianco stabilisce un principio fondamentale: “l’immigrazione è un problema europeo che richiede una soluzione europea“.

Per combattere il traffico di esseri umani e limitare gli ingressi illegali, è necessario lavorare insieme sui movimenti primari di immigrazione. L’Unione Europea dovrebbe attivarsi nel suo lavoro in Africa, collaborando con i paesi di partenza e di transito per contrastare i traffici illegali e permetter l’entrata in modo legale e regolamentato.

Nelle conclusioni è stata menzionata anche la relazione tra la migrazione e le attività di salvataggio, una novità importante che cerca di regolamentare queste attività. Inoltre, il Gruppo di Contatto sul Search & Rescue, che era stato costituito ma non aveva mai operato, è stato ripreso e il suo rilancio è stato menzionato nelle conclusioni della discussione.

Il vertice ha visto un progresso concreto sul tema dei migranti, che ha portato ad un piano della Commissione europea per gestire in modo coeso la rotta centrale del Mediterraneo. Inolre si apre un nuovo fronte di cooperazione europeo, attraverso l’impiego di risorse verso il sud e non verso est, un passo importante per gestire la questione dei migranti.

Chi ha 3.000 euro da dare a uno scafista può tentare di arrivare in Europa, chi è ancora più povero e non ce li ha, no. È umano questo? È arrivato il momento di dire che non possono essere i criminali a fare la selezione d’ingresso in Europa, la dobbiamo fare noi: sia per rifugiati che per la migrazione legale. Con i Paesi africani si può lavorare meglio, anche attraverso i nostri consolati.

 

Il rapporto tra il presidente Emmanuel Macron e l’Italia è stato al centro di un dibattito politico recente, a seguito di un botta e risposta tra Macron e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sull’invito del presidente ucraino Zelensky a Parigi.

Meloni ha affermato che alcune letture italiane sulla questione sono un po’ provinciali e che l’Italia deve essere una nazione sufficientemente centrale nell’UE per poter esprimere la propria opinione su questioni importanti come questa. Ha ribadito che il suo rapporto con Macron non è compromesso, ma che è necessario parlare quando c’è qualcosa che non va.

La presidente del Consiglio ha inoltre spiegato che la gestione della questione Ucraina non è facile per nessuno, ma lei deve agire in modo coerente con gli interessi italiani. Ha anche affermato che la scelta di anticipare la compattezza con una riunione privata a Parigi era politicamente sbagliata e avrebbe preferito che la forza dell’immagine di unità dei 27 a Bruxelles non fosse indebolita, da interessi dei singoli.

Giorgia Meloni ha anche sottolineato che rispetto a coloro che pensavano che la politica estera italiana fosse solo “farsi dare la pacca sulla spalla e non considerare gli interessi italiani“, ora gli interessi dell’Italia sono cambiati, sono più rilevanti. Ha anche affermato che l’UE non deve essere vista come un club con una prima classe, una seconda e una terza classe, poiché questo pensiero è sbagliato e può portare a conseguenze negative.

Chi pensa ad una Ue di serie A e serie B, chi pensa che l’Europa debba essere un club in cui c’è chi conta di più e di meno, sbaglia. Secondo me quando si dice che l’Ue ha una prima classe e una terza classe, vale la pena ricordarsi del Titanic. Se una nave affonda non conta quanto hai pagato il biglietto.

 

 

Fonte: Ansa
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