Ancora razzi da Libano e Gaza su Israele, cresce la tensione in Medio Oriente
La situazione in Medio Oriente si fa sempre più tesa continua il lancio di decine di razzi da Libano e Gaza verso Israele, che ha risposto con bombardamenti e ha convocato il gabinetto di sicurezza.
Il contesto è quello degli scontri nella moschea di al-Aqsa a Gerusalemme, dove i fedeli musulmani protestano contro la presenza di ebrei nel luogo sacro.
Secondo fonti della sicurezza israeliana, i razzi lanciati dal Libano sono stati opera di fazioni palestinesi legate ad Hamas, il movimento islamista che controlla la Striscia di Gaza. Alcuni analisti ritengono però che un attacco di questa portata non avrebbe potuto avvenire senza il consenso degli Hezbollah, il gruppo militare libanese sostenuto dall’Iran, che però ha negato ogni suo coinvolgimento.
Dei razzi sparati dal Libano verso la Galilea occidentale, 25 sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome, cinque sono caduti provocando danni materiali e due feriti lievi, mentre altri sono andati dispersi. Israele ha bombardato il sud del Libano e chiuso lo spazio aereo nel nord del paese. Il premier Benyamin Netanyahu ha dichiarato che prenderà “tutte le misure necessarie per difendere il paese e il popolo“.
Anche dalla Striscia di Gaza sono partiti sette razzi verso Israele, di cui cinque intercettati e due caduti nella stessa enclave palestinese. L’esercito israeliano ha controattaccato colpendo obiettivi militari di Hamas nella Striscia, causando almeno un morto e diversi feriti tra i palestinesi. Hamas ha rivendicato i lanci come “un’operazione eroica contro i crimini israeliani nella moschea di al-Aqsa“, dove da giorni si registrano scontri tra fedeli musulmani e forze di sicurezza israeliane.
La moschea di al-Aqsa è situata nella Spianata delle Moschee a Gerusalemme ed è il terzo luogo più sacro dell’Islam dopo la Mecca e Medina. La Spianata è anche venerata dagli ebrei come Monte del Tempio, il luogo dove sorgeva il Tempio di Salomone distrutto dai Romani. La presenza di ebrei nella Spianata è vista dai musulmani come una provocazione e una violazione dello status quo che risale al 1967, quando Israele occupò Gerusalemme Est e la Cisgiordania.
La questione palestinese è uno dei conflitti più lunghi e complessi della storia contemporanea. Riguarda le rivendicazioni nazionali del popolo palestinese, che vive sotto l’occupazione israeliana o in condizioni di esilio in vari paesi arabi. La soluzione dei due stati, ossia la creazione di uno stato palestinese indipendente accanto a quello israeliano, è stata sostenuta da gran parte della comunità internazionale ma non è mai stata realizzata a causa delle divergenze sulle frontiere, sullo status di Gerusalemme, sul diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi e sulla sicurezza di entrambe le parti.
La situazione in Medio Oriente ha fatto scattare l’allerta massima in Israele, che ha deciso di richiamare alle armi i riservisti per rafforzare le sue capacità operative e difensive. I primi a essere chiamati potrebbero essere soldati e comandanti sotto i 35 anni e sottufficiali e ufficiali sotto i 45. “Quelli che non hanno mai visto o sentito nulla di militare non ci saranno“, ha detto il ministro della Difesa Yoav Galant.
La tensione in Medio Oriente ha anche alimentato le preoccupazioni per una possibile escalation tra Israele e Iran, il principale sostenitore di Hezbollah e Hamas. Il regime di Teheran ha condannato gli attacchi israeliani contro i palestinesi e ha accusato lo Stato ebraico di “terrorismo“. Israele, dal canto suo, ha denunciato il ruolo dell’Iran nel fornire armi e addestramento ai gruppi militanti libanesi e palestinesi. Il primo ministro Netanyahu ha anche messo in guardia l’Iran dal tentare di sviluppare armi nucleari, minacciando di usare “tutti i mezzi necessari” per impedirlo.
La situazione in Medio Oriente richiede una soluzione politica e diplomatica che garantisca la sicurezza e la pace nella regione. La comunità internazionale ha espresso la sua preoccupazione per la violenza e ha chiesto il rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. L’Unione europea ha invitato tutte le parti a mostrare moderazione e a evitare provocazioni. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito in sessione d’urgenza per discutere della crisi e ha espresso il suo sostegno agli sforzi di mediazione dell’Egitto.