Se volete produrre cripto valute allora dovete trasferirvi nella Svanezia, una regione storica della Georgia nel nordovest del paese. Patrimonio dell’Unesco dal 1996.
La leggendaria regione montuosa di Svaneti si è trasformata in una zecca di criptovalute, provocando una cronica carenza di elettricità.
Lo scorso anno tutti residenti della remota regione montuosa si sono riuniti in una chiesa per un giuramento solenne su un’icona di San Giorgio, con cui si obbligavano a non proburre più criptovalute. Una misura estrema resa necessaria dalla grave situazione di crisi del comparto elettrico nella regione. È stato un tentativo disperato per affrontare quello che è diventato un problema intrattabile: la carenza cronica di energia elettrica a Svaneti causata dell’uso senza scrupoli di computer assetati di potere, che estraggono criptovaluta.
Pochi giorni prima, la società di servizi elettrici Energo Pro aveva avvertito che la situazione era diventata “insostenibile”. L’uso eccessivo aveva provocato una serie di incidenti sulle linee di trasmissione che alimentano energia a Svaneti, costringendo le compagnie a inviare nella regione equipaggi per lavori in alta quota, in condizioni invernali troppo rigide per consentire il normale svolgimento dei lavori.
“Nessuna infrastruttura è in grado di gestire il tipo di stress che stiamo vedendo “, ha scritto il capo dell’azienda elettrica, Mikheil Botsvadze in un post su Facebook.
Svaneti meglio conosciuta come Svanezia, è famosa per le sue imponenti vette innevate, i pittoreschi borghi scavati nella pietra e il rigoroso codice d’onore tradizionale, patrimonio culturale e storico dell’Unesco dal 1996. Tuttavia oggi è all’onore delle cronache per la produzione di criptovalute.
Alcuni residenti hanno approfittato di un programma governativo che fornisce elettricità gratuita alle regioni di montagna, con l’obiettivo di mantenere in vita le comunità remote e utilizzare l’energia sovvenzionata per sfornare, nelle loro torri medievali, denaro virtuale.
La Georgia è emersa come un improbabile hotspot globale di criptovaluta, con i minatori attratti dall’elettricità a basso costo necessaria per il processo di “estrazione” del denaro virtuale. Svaneti, con la sua elettricità gratuita per le famiglie e sconti per le imprese, è una base particolarmente interessante per questo settore.
La frenesia della criptovaluta di Svaneti ha raggiunto il picco nel 2019, quando la compagnia elettrica e la polizia sono state costrette ad andare porta a porta per disconnettere dalla rete elettrica, gli abitanti che erano stati coinvolti nel mining di criptovalute. Grazie a questa operazione sono stato messo offline, hardware di mining per un valore di circa 1,6 milioni di dollari.
Ma i minatori sono stati imperterriti e nel 2021 il consumo di elettricità nella regione è tornato ai livelli del 2019, solo la città di Mestia (capologuo regionale) e le poce città vicine stanno consumando oltre 28 megawatt/ora, con un tetto massimo previsto di 7. Conti alla mano in Italia nel 2021 il PUN è 58 € a megawattora come costo medio, moltiplicato per 28, da un costo orario di 1.624,00 €, quasi totalmente a carico dello stato. Considerando che con un consumo di 150w si possono ricavare circa 20,00€ in cripto valute, i minning riescono a produrre circa 3733,33€ ora.
Gli abitanti delle montagne non sono gli unici georgiani che utilizzano sussidi per l’elettricità per la criptovaluta: anche i monasteri sono diventati improbabili avamposti di mining virtuale. In un dump dell’anno scorso i file di sorveglianza dei servizi di sicurezza, hanno rilevato che anche il clero era stato coinvolto nel business delle criptovalute.
Fonte: Eurasianet.org