I Comuni incassano somme elevatissime ma il 20% non rispetta l’obbligo di rendicontazione: per legge metà degli incassi dovrebbe andare alla manutenzione e al miglioramento della viabilità. Ma troppo spesso non se ne sa niente. L’Indagine Aci-Istat su dati del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili fornisce lo spunto per un’analisi interessante
Il business delle multe vale circa 3 miliardi di euro l’anno in Italia, di cui 2,5 miliardi alimentato dagli 8.000 autovelox installati nel Belpaese. Lo rivela lʼAci-Istat su dati del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS). Il 20% dei Comuni italiani, però, non ha presentato la rendicontazione sull’uso corretto dei proventi delle multe stradali. E qui la cosa si fa grave: perché la rendicontazione è d’obbligo!Il sospetto qual è? Io comune multo, anche forsennatamente, e incasso. È il guidatore che deve dimostrare di non aver commesso l’infrazione e può opporsi, con ricorso al Prefetto o al giudice di pace della provincia. Però di quelle multe, il Comune deve dare conto, perché le risorse devono essere spese per migliorare l’infrastruttura viaria, cioè asfalto, viabilità, semafori, segnaletica, ecc. Ebbene il 20% dei Comuni non lo fa! Ci sono tre città metropolitane: Catania, Messina e Reggio Calabria
; 15 province di tutto lo Stivale: da Aosta a Matera, da Bolzano a Crotone, dal Verbano-Cusio-Ossola al Sud Sardegna. E con loro ben 1.556 comuni inadempienti, tra cui note e ricercate località turistiche, come Olbia, Sorrento, Taormina.
Ma perché questa mancanza di trasparenza?
Le multe mica servono soltanto a pagare i bonus produttività agli agenti di polizia locale, cosi solerti a far rispettare il Codice della strada e le temutissime ordinanze comunali (spesso sconosciute, talvolta bislacche)? No, certo che no! Anche perché la produttività di un vigile non si misura dal numero di contravvenzioni elevate. Ma allora quelle risorse in cassa a che cosa servono? L’articolo 208 del Codice della strada è chiaro: “Il 50% va alla manutenzione e al miglioramento della viabilità; l’altra metà dei proventi delle multe può essere utilizzata per le stesse finalità o, mediante delibera di giunta, ad altre attività come premi ai vigili, l’assunzione di nuovi agenti o altro”.
Vedremo al prossimo giro ‒ la scadenza è il 31 maggio di ogni anno ‒ quanti comuni e province avranno adempiuto all’obbligo della rendicontazione sugli introiti derivanti dalle multe.
Peraltro la legge prevede un altro obbligo per gli enti locali, quello di pubblicare sul proprio sito Internet, entro un mese dalla consegna al MIMS, i dati di questa rendicontazione. Perché il cittadino deve sapere come vengono spesi i soldi delle contravvenzioni e l’amministrazione deve essere trasparente. Tornando all’altra metà dei proventi delle multe, esiste quindi la possibilità che un comune molto rispettoso dei cittadini possa aumentare la soglia di miglioramento viario oltre il 50% e fino, volendo, al 100%… Se esiste un posto così si prega di avvisarci
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