Mosca denuncia l’isterismo americano
Mentre le dichiarazioni allarmistiche si moltiplicano, Mosca ironizza sulle reazioni della Nato, puntando il dito verso l’America
Mosca ha denunciato “l’isteria dilagante”. accusando Stati Uniti e Nato di “aggravare le tensioni, attraverso annunci catastrofici seguiti da azioni militari concrete”. Le autorità ucraine hanno anche ritenuto “prematura” ed “eccessiva” la decisione di Washington di riportare in patria le famiglie dei diplomatici di stanza a Kiev.
Nella serata di ieri, il portavoce del Pentagono John Kirby, ha annunciato che gli Stati Uniti hanno messo in allerta 8.500 soldati che potrebbero essere schierati tra le truppe della Nato, in caso di invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Sottolineando che “per il momento non è stata presa alcuna decisione sul dispiegamento di forze al di fuori degli Stati Uniti”. Ma “è molto chiaro”, ha aggiunto, “che i russi al momento, non hanno alcuna intenzione di avviare una de-escalation”.
Entro la fine di questa settimana è previsto un nuovo incontro tra Antony Blinken e il suo omologo russo Sergei Lavrov. Inoltre, ieri sera è stata organizzata una videoconferenza tra il presidente Biden, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro italiano Mario Draghi, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, il presidente polacco Andrzej Duda, il primo ministro britannico Boris Johnson, il presidente del Consiglio Charles Michel e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
“Fa parte dei nostri scambi e del nostro stretto coordinamento con gli alleati e i nostri partner transatlantici, in risposta al rafforzamento militare della Russia al confine ucraino”, ha spiegato la Casa Bianca.