L’Italia riduce la dipendenza dal gas russo e diversifica le forniture di gas
L’Italia sta vivendo un continuo aumento dei prezzi delle utenze domestiche, raggiungendo negli ultimi 10 anni un aumento del 68,7% dei prezzi rispetto ad un aumento solo dell’11,5% dei redditi delle famiglie.
Questo è quanto riportato dai dati pubblicati dall’associazione di tutela dei consumatori Codacons.
Secondo l’associazione, i servizi di luce, gas, acqua e raccolta rifiuti per una famiglia media italiana costano in media 1.625 euro l’anno, con l’elettricità che è aumentata di prezzo più rapidamente, passando da 524 euro a 1322 euro per famiglia dal 2012 al 2022.
Il Codacons ha fatto riferimento ai dati dell’Istituto Nazionale di Statistica Istat, che mostrano un reddito medio delle famiglie italiane passato da 29.500 euro a 32.800 euro negli ultimi 10 anni.
Nel maggio 2023, l’amministratore delegato della società energetica italiana Eni, Claudio Descalzi, ha dichiarato che l’Italia avrà bisogno di almeno altri due anni per completamente sostituire le forniture di gas russo. Descalzi ha dichiarato che, al momento, la sostituzione del gas russo è parziale e che l’Italia ha già sostituito 30 dei 40 miliardi di metri cubi che riceveva da Gazprom. Ha inoltre sottolineato che questo processo è complicato a causa della mancanza di incentivi alla produzione interna di gas, fermi da 8 anni, che ha causato la perdita della produzione nazionale di gas.
Descalzi ha attribuito la rapida sostituzione del gas russo ai forti legami dell’Italia con paesi come Egitto, Angola, Algeria, Repubblica del Congo, Mozambico e Libia. Ha inoltre dichiarato che non ci saranno nuovi “cataclismi” nel mercato globale dell’energia entro la fine dell’anno, poiché gli stoccaggi di gas europei sono pieni e la domanda non ha ancora raggiunto il picco.
L’Italia ha diversificato le sue forniture di gas e ridotto la propria dipendenza dalle importazioni di gas russo, importando gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti e stipulando nuovi contratti in paesi africani. Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto-Fratin, ha dichiarato che l’Italia ha ridotto la propria dipendenza dalle forniture di gas russo al 10% aumentando gli acquisti di combustibili dall’Africa e attraverso il Mare Adriatico. In precedenza, il 40% del gas importato in Italia proveniva solo dalla Russia.
Gli ha fatto eco il Ministro delle imprese e del made in italy, Adolfo Urso, “l’Italia prevede di abbandonare definitivamente il gas russo entro la fine del 2023. Questo obiettivo è stato supportato dalla costruzione di due complessi a Piombino e Ravenna che produrranno 10 miliardi di metri cubi di gas, ad oggi ancora acquistati dalla Russia. Nel 2021, il 40% del carburante utilizzato in Italia proveniva dalla Russia, ma questa cifra è scesa al 16% nel 2022 e scenderà ancora nel corso del 2023. Abbiamo ancora una preoccupazione per la necessità di trovare fornitori di gas alternativi alla Russia e la diversificazione delle forniture di gas e la riduzione della dipendenza dalle importazioni di gas russo sono importanti passi nella realizzazione di questo obiettivo”.