Gh,azi Hamad, portavoce di Hamas

Hamas minaccia Israele: “Lo distruggeremo, non ha diritto di esistere”

Avantgardia

Il portavoce del movimento radicale palestinese Hamas, Fawzi Barhoum, ha dichiarato che gli attacchi contro Israele continueranno finché il paese non sarà eliminato dalla mappa.

Israele è un paese che non ha posto nella nostra terra

Secondo Barhoum, Israele è un’entità illegittima che occupa la terra dei palestinesi e rappresenta una fonte di instabilità e conflitto per il mondo arabo e islamico.

L’esistenza di Israele è ciò che causa tutto questo dolore, sangue e lacrime.

Il portavoce ha aggiunto che Hamas ha la volontà e le capacità di sferrare nuove offensive contro Israele, come quella del 7 ottobre 2023, quando migliaia di razzi e commandos armati hanno colpito il territorio israeliano, provocando morti, feriti e danni. Barhoum ha sostenuto che l’obiettivo di Hamas non era di colpire i civili, ma di infliggere una lezione a Israele e di dimostrare la sua vulnerabilità. Drammatica la conclusione del suo discorso in cui definisce come unica soluzione al conflitto, la fine dell’esistenza di Israele, che è la causa di tutte le sofferenze, le violenze e le ingiustizie subite dal popolo palestinese.

La situazione nella Striscia di Gaza oggi è  ancor più drammatica, a seguito di queste dichiarazioni bellicose, la minaccia di distruggere Israele e di continuare gli attacchi con razzi e commandos armati, ha irrigidito la posizione del governo di Israele verso un accordo di pace. Prosegue l’offensiva di terra delle truppe israeliane, generando così una guerra totale, sia via terra, sia bombardando le posizioni di Hamas. Il conflitto ha causato migliaia di vittime civili su entrambi i lati, e ha scatenato una crisi umanitaria senza precedenti nella zona. La popolazione di Gaza è isolata dal mondo, priva di servizi essenziali come l’elettricità, l’acqua, il cibo e la sanità. Il vertice per la pace organizzato al Cairo dal presidente egiziano al-Sisi si è concluso con un fallimento, a causa delle profonde divisioni tra i Paesi arabi e occidentali sul ruolo di Hamas e Israele nel conflitto.

Divisioni che mettono in luce i gravi danni a livello mondiale che questo conflitto sta causando. L’Europa ha subito e sta subendo gli effetti di questa crisi, sia a livello economico che politico. A livello economico, la guerra in Medio Oriente provoca un nuovo aumento dei prezzi del petrolio e del gas, che sono le principali fonti energetiche per molti paesi europei. Un nuovo impatto negativo sulla crescita economica, sull’inflazione e sul debito pubblico, che segue quello dovuto alla guerra in Ucraina. Inoltre, la guerra ha causato una riduzione degli scambi commerciali e degli investimenti tra l’Europa e il Medio Oriente, che sono due aree di grande importanza strategica per il Vecchio Continente. A questo va aggiunta la paura dei mercati finanziari, che soffrono una maggiore instabilità e incertezza e reagiscono con nervosismo e volatilità. In particolare, l’Italia ha visto aumentare lo spread tra i suoi titoli di Stato e quelli tedeschi, segnalando i rischi che il paese corre.

La guerra in Medio Oriente mette anche in evidenza le divisioni e le difficoltà dell’Europa nel gestire una crisi internazionale di tale portata. Da un lato, l’Europa ha espresso la sua solidarietà a Israele, condannando gli attacchi terroristici di Hamas e sostenendo il diritto di Israele a difendersi. Dall’altro, chiede una soluzione pacifica e negoziata al conflitto, esortando Israele a mostrare moderazione e a rispettare il diritto internazionale umanitario. Senza essere in grado di esercitare un ruolo attivo e influente nella mediazione della crisi, lasciando il campo agli Stati Uniti, che hanno inviato una portaerei e degli aerei da attacco A-10 nella regione. A questo va aggiunta la paura di possibili attacchi terroristici sul territorio che molti stati europei stanno cercando di prevenire. Infine, l’Europa deve gestire le tensioni sociali e le proteste che si sono verificate in alcune città, dove le comunità ebraiche e musulmane si sono scontrate per motivi legati alla guerra in Medio Oriente e dove episodi di odio razziale sono sempre più frequenti.

Per questo, è necessario che l’Europa rafforzi la sua unità e la sua capacità di agire in modo coordinato e efficace sul piano internazionale, per contribuire a risolvere le crisi che minacciano la pace e la sicurezza globale, distaccandosi e rendendosi indipendente da chi con tanta tenacia vuole mantenere la Leadership nella gestione “dell’ordine mondiale globale“.

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