Washington acconsente alla richiesta della difesa, che tutti considerano il mandante della morte Jamal Khashoggi, non è imputabile per la sua condizione di primo ministro
L’amministrazione di Joe Biden, che durante la campagna che lo ha portato alla presidenza, ha promesso di fare dell’Arabia Saudita uno “stato paritario”, ritiene che la carica ricoperta da Mohammed bin Salmán, principe ereditario e, da fine settembre, primo ministro saudita, lo protegga legalmente nel caso aperto contro di lui negli Usa per l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, avvento nel consolato saudita di Istanbul nel 2018.
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha depositato giovedì notte un fascicolo su richiesta del Dipartimento di Stato, specificando che la recente nomina di Mohamed bin Salmán, come Primo Ministro saudita, gli conferisce l’immunità legale. “Il Dipartimento di Stato riconosce e consente l’immunità del Primo Ministro (saudita), Mohammed bin Salmán, in quanto capo ad interim del governo di uno Stato straniero”, ha dichiarato Richard Visek, firmatario del documento presentato davanti alla Giustizia Usa. Per l’amministrazione Biden, MBS sarà immune negli USA finché rimarrà in carica.
Il Dipartimento di Stato, tuttavia, “ribadisce la sua inequivocabile condanna per l’efferato assassinio di Khashoggi”, sottolinea il documento. Semplicemente, spiega, non si pronuncia sull’esistenza o meno della domanda. Nel febbraio 2021, un mese dopo l’arrivo di Biden alla Casa Bianca, la pubblicazione di un rapporto della CIA ha chiarito che “il principe ereditario dell’Arabia Saudita ha approvato l’operazione per catturare o uccidere” il giornalista, collaboratore del quotidiano americano The Washington Post .
Il pronunciamento dell’Amministrazione Usa avviene dopo che un avvocato del principe ha sostenuto in ottobre che la sua nomina a primo ministro, il 27 settembre, gli ha dato di diritto “l’immunità”. Il documento ufficiale indica che il tribunale deve riconoscere la propria incompetenza ad affrontare il reclamo. Con la sua nomina a capo del governo, carica che va ad aggiungersi al suo ruolo nella successione come sovrano, il potente Mohammed bin Salmán si riafferma come un vero uomo forte del regime.