Esplosione all’ospedale Al-Ahly di Gaza: una tragedia senza colpevoli
18 ottobre 2023
La sera del 17 ottobre 2023, un’esplosione devastante ha colpito l’ospedale Al-Ahly di Gaza, nella Striscia di Gaza, uccidendo centinaia di persone e ferendone molte altre.
L’esplosione ha causato un’ondata di dolore e rabbia in tutto il mondo, ed è stata un altro triste esempio delle conseguenze devastanti del conflitto israelo-palestinese.
L’ospedale Al-Ahly è un ospedale di proprietà e gestito dalla Chiesa d’Inghilterra. È situato nel centro di Gaza City, a pochi metri da un edificio residenziale e da un centro commerciale. Il cortile dell’ospedale è un luogo di ritrovo popolare per i rifugiati che cercano riparo dagli attacchi israeliani. L’esplosione è avvenuta intorno alle 19:00 ora locale, mentre il cortile dell’ospedale era affollato di rifugiati. Un video di 20 secondi diffuso sui social media mostra un’esplosione improvvisa e un incendio che si è rapidamente diffuso nell’area.
Le autorità palestinesi hanno subito accusato Israele dell’attacco, sostenendo che un razzo lanciato dall’esercito israeliano aveva colpito l’ospedale. Tuttavia, le prove non supportano questa ipotesi.
Innanzitutto, l’esplosione è stata di dimensioni relativamente piccole, con un cratere di circa 1 metro di diametro. I razzi lanciati da Israele sono tipicamente molto più potenti e causano crateri molto più grandi. In secondo luogo, l’esplosione non ha causato danni significativi agli edifici circostanti. I razzi lanciati da Israele sono progettati per causare danni massicci e spesso danneggiano o distruggono gli edifici vicini. In terzo luogo, le immagini video non mostrano un razzo in arrivo.
Le autorità israeliane hanno affermato di avere prove che l’ospedale è stato colpito da un razzo lanciato dal gruppo palestinese della Jihad islamica. Tuttavia, l’autenticità di queste prove non è stata verificata in modo indipendente.
La Jihad islamica palestinese nega qualsiasi coinvolgimento negli attentati e accusa Israele. L’esplosione all’ospedale Al-Ahly è una tragedia senza colpevoli. È un atto di violenza indiscriminata che ha ucciso e ferito centinaia di persone innocenti. Tra le vittime dell’esplosione ci sono donne, bambini e anziani. Molti erano rifugiati che avevano cercato rifugio nell’ospedale per sfuggire agli attacchi israeliani.
L’esplosione ha causato danni significativi all’ospedale, rendendolo inagibile. Un grave danno soprattutto perchè l’ospedale era una delle principali strutture sanitarie della Striscia di Gaza, e la sua distruzione è un duro colpo per la popolazione civile. Un altro triste esempio delle conseguenze devastanti del conflitto israelo-palestinese. Un atto di violenza che non ha giustificazione e che deve essere condannato da tutti.
In questo momento, è impossibile dire con certezza chi sia responsabile dell’esplosione. Tuttavia, le prove disponibili suggeriscono che sia stato un incidente causato da un razzo lanciato dalla Jihad islamica, che ha perso il controllo ed è caduto sull’ospedale. Va precisato che la Jihad islamica è un gruppo terroristico palestinese che ha condotto numerosi attacchi contro Israele. Il gruppo è noto per il suo uso indiscriminato di razzi e altri ordigni esplosivi, che spesso causano vittime civili.
Difficile non chiedere alla comunità internazionale e alle parti in guerra di impegnarsi per una soluzione pacifica del conflitto. La comunità internazionale deve intervenire per mettere fine a questa violenza e proteggere i civili innocenti.
Mettendo in atto misure “UMANE”, anche se le proteste di questa sera scoppiate nelle principali comutà arabe fanno presagire altri scenari.
- Un cessate il fuoco immediato tra Israele e la Jihad islamica.
- Un’indagine indipendente e imparziale sull’esplosione all’ospedale Al-Ahly.
- Aiuti umanitari immediati per le vittime dell’esplosione e del conflitto.
- Impegnarsi a trovare una soluzione pacifica al conflitto israelo-palestinese.
In attesa di queste necessarie misure, è importante ricordare che le vittime di questa tragedia sono persone innocenti che non hanno nulla a che fare con il conflitto in corso.
Le loro vite sono state spezzate in un momento di disperazione e di bisogno.