Alfred Sant mette in dubbio le previsioni di inflazione della BCE

Avantgardia

L’eurodeputato laburista Alfred Sant afferma che l’inflazione elevata potrebbe persistere oltre quanto previsto dalla Banca centrale europea se la guerra in Ucraina non finisse nel breve

Alfred Sant afferma che l’inflazione nell’eurozona potrebbe persistere più a lungo di quanto previsto dalla Banca centrale europea se la guerra in Ucraina si trascinasse.

L’eurodeputato laburista ha affermato che molti non credono alle previsioni della BCE secondo cui l’inflazione nell’eurozona raggiungerà il picco entro il 2023.

Sant si è rivolto ad Andrea Enria, presidente del consiglio di sorveglianza della Bce, durante uno scambio di opinioni al Comitato economico e finanziario (ECON) del Parlamento europeo.

“Se la guerra in Ucraina non si ferma a breve, è molto probabile che l’inflazione persista”, ha affermato Sant, aggiungendo che le ricadute della pandemia di COVID-19 e l’invasione russa dell’Ucraina hanno innescato incertezze sull’economia europea.

La BCE prevede che l’inflazione rimarrà molto alta per la maggior parte del 2022, con una media del 6,8%, prima di diminuire gradualmente dal 2023 e convergere all’obiettivo di inflazione del 2% della BCE nella seconda metà del 2024.

Senza reagire all’affermazione di Sant sullo scetticismo sulle previsioni di inflazione della BCE, Enria ha rimarcato che la Banca ha a portata di mano, come sempre e come di consueto, scenari previsionali alternativi.

Sant ha anche chiesto se, se l’inflazione persiste, la preferenza di Enria per passi incrementali verso l’unione bancaria sarebbe fattibile.

Enria ha risposto che, sebbene l’unione bancaria sia ancora in fase di sviluppo, ha già ottenuto un certo numero di scoperte. Ritiene che, nonostante l’impennata inflazionistica, i cambiamenti incrementali verso un’unione bancaria completa abbiano più senso realisticamente, dal punto di vista politico e tecnico.

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