I dati diffusi da Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) danno un quadro lusinghiero per il mercato delle due ruote, nonostante la flessione degli ultimi due mesi dell’anno
Malgrado la complessità delle sfide globali e le lievi flessioni degli ultimi due mesi, il settore registra volumi di immatricolazioni pre-pandemia chiudendo l’anno con un +21,2%. Malgrado le flessioni di novembre (-2,4%) e dicembre (-4%), i dati diffusi in serata da Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) testimoniano il grande interesse degli italiani verso i prodotti dell’industria di riferimento, che nel 2021 ha immesso sul mercato oltre 280mila veicoli. Valori e numeri che non solo descrivono volumi di immatricolazione pre-pandemia (+14,5% sul 2019), ma che riportano il settore a dimensioni di mercato che non si verificavano dal 2012.
Per il presidente di ANCMA Paolo Magri “Il settore ha davanti a sé ancora importanti sfide rese vive dalla complessità del contesto globale, non ultimi quello degli approvvigionamenti e dei trasporti internazionali. Tuttavia, quello che si chiude è un anno molto significativo che conferma il protagonismo delle due ruote e l’andamento positivo di un mercato animato da grande passione e da una nuova domanda mobilità fruibile, veloce e già sostenibile è un tributo agli sforzi di tutta la filiera”.
Nel corso dell’anno appena passato, ciclomotori, scooter e moto segnano un aumento a doppia cifra con una performance del + 21,2%, pari a 289.067 veicoli, il mercato ha recuperato e superato i volumi del 2012, quando vennero venduti 255mila veicoli. Unico segno negativo è quello che viene dai ciclomotori, che fanno registrare un calo del 4,7% e 18.835 veicoli venduti, per la prima volta sotto le 20 mila unità.
Importante la crescita degli scooter, che targano 151.153 mezzi, corrispondenti a un incremento del 21,3%; ancora più robusto il trend delle moto, con 119.079 veicoli immatricolati e una crescita complessiva del 26,4% sul 2020. Il dato più significativo appare tuttavia quello del confronto con il 2019, ultimo anno “normale” prima della pandemia, qui il mercato cresce complessivamente del 14,5%.