Quando i conflitti militari non riguardano interessi politico-economici, allora i potenti chiudono gli occhi.
Sia i media che i politici stanno lavorando per affrontare una sola grande crisi, quella tra NATO e Russi ai confini dell’Ucraina.. Ecco perché molti gravi fatti che stanno avvenendo nel resto del mondo passano inosservati.
Ecco alcuni dei conflitti di cui difficilmente sentiamo parlare:
CINA – TAIWAN
Meno di due settimane prima che la fiamma olimpica fosse accesa a Pechino, l’aviazione cinese ha stabilito un nuovo record. Domenica 23 gennaio, 39 aerei da guerra cinesi hanno sorvolato il confine dello spazio aereo di Taiwan. 34 caccia, un bombardiere, due aerei equipaggiati per la guerra elettronica e due aerei per operazioni di intelligence si sono diretti verso Taiwan. Le autorità taiwanesi hanno risposto lanciando i propri aerei, mobilitando la loro difesa missilistica, i piloti cinesi hanno proseguito sulla loro rotta sfidando i piloti taiwanesi. Solo dopo alcuni minuti di schermaglie, sono rientrati nello spazio aereo cinese.
KAZAKISTAN
Circa una settimana fa il governo del Kazakistan ha ammesso di aver soppresso nel sangue una rivolta interna. Nel comunicato ammette che almeno 225 persone sono state uccise durante i disordini politici nel paese, 19 delle persone uccise erano poliziotti o soldati. Gli altri sono descritti come terroristi e banditi.
KOREA DEL NORD
Il dittatore Kim Jong-un dall’inizio della pandemia ha subito un isolamento economico, il risultato è fame e aumento della povertà per la popolazione. Nonostante una crisi interna dilagante, l’intelligence sudcoreana ha confermato che il vicino del nord, aveva nuovamente provocato il governo del sud, lanciando due nuovi razzi.
Dal 5 gennaio Kim ha ordinato il lancio di sei razzi, un numero importante visto che nel 2020 ne erano stati lanciati otto. Il New York Times crede che questo sia un tentativo per far pressione sul governo americano, affinchè gli dedichino di nuovo l’attenzione. Il dittatore ha bisogno di un aiuto economico esterno per affrontare sia la pandemia, sia la crisi e l’esperienza ha insegnato ai nordcoreani che un’attenzione si riceve quando si viene percepiti come pericolosi.
ETIOPIA
La guerra civile in Etiopia dura da oltre 14 mesi. Milioni di persone sono state costrette a fuggire e molte sono state uccise. Questo fine settimana, il governo etiope ha annunciato la pianificazione di un grande attacco al capoluogo di provincia Mekelle, per “ripulirlo” dall’enclave ribelle.
Il TPLF “Esercito di liberazione” nella provincia del Tigray, afferma che l’esercito governativo sta attaccando i civili per spezzare la loro volontà di combattere. Ma il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres hanno affermato che il governo sta agendo nel rispetto della popolazione.
Se il governo riuscirà a riprendersi le città, con molta probabilità il TPLF si ritirerà sulle montagne e da lì continuerà la sua guerra.
SUDAN DEL SUD
Dieci anni dopo che il Sud Sudan è diventato un paese indipendente, è ancora segnato da carestie e disordini sociali. La nazione più giovane del mondo è anche una delle più povere e instabili. Otto mesi fa, gran parte del paese è stata colpita da una catastrofica inondazione. Molti hanno perso la casa e ora vivono in campi profughi senza i minimi requisiti sanitari.. questi sfollati interni non ricevono da mesi, cibo e acqua pulita.
Allo stesso tempo, è in corso una guerra civile tra i grandi gruppi etnici. Nello scorso fine settimana, 31 persone sono rimaste uccise quando un villaggio è stato attaccato, da una milizia antagonista, purtroppo in questi attacchi spesso tra le vittime si contano donne e bambini.
YEMEN
Dal 2014 c’è una guerra civile in Yemen, che non vede la fine a causa dell’interferenza di altri paesi del Medio Oriente. La guerra civile è per molti versi una resa dei conti tra i paesi arabi confinanti e l’Iran. Mentre l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sostengono il governo, l’Iran contribuisce al movimento Houthi.i.
I ribelli hanno affermato di voler colpire la base aerea di Al Dhafra, dove sono di stanza anche i caccia americani. Gli stati arabi in risposta hanno accentuato gli attacchi aerei.
BURKINA FASO
Negli ultimi 17 mesi ci sono stati quattro colpi di stato militari in Africa occidentale, l’ultimo è stato questa settimana in Burkina Faso, che ha costretto alla fuga il presidente Roch Kaboré. Si dice che l’esercito fosse insoddisfatto della mancanza di sostegno nella lotta contro i ribelli islamici.
Dal 2014, ci sono stati diversi colpi di stato e tentativi di colpo di stato nel paese, che continua ad essere considerato una sorta di oasi di pace, in un territorio che non vede un periodo di pace, da lungo tempo.
La lotta alle milizie islamiste pervade l’intera fascia a sud del Sahara. Il Ciad, il Mali e altri paesi hanno fatto affidamento sul sostegno occidentale per tenere a bada gli islamisti, una richiesta che li vede oggi molto indebitati nei confronti delle nazioni, scese in campo per il loro aiuto.