Plusvalenze Juventus; stangata e campionato finito
Per i legali della Juvantus una decione ingiusta, a pagare è solo il club bianconero
Si riapre il processo per le plusvalenze calcistiche e si vedono aumentare le pene richieste dal Pubblico Ministero, per la Juventus 15 punti di penalità e tutti i dirigenti condannati.
Ci sono volute quattro ore per la Camera federale d’appello per arrivare alla decisione di mettere nuovamente sul banco degli imputati la Juventus e i suoi dirigenti, aumentando le pene richieste da Giuseppe Chinè.
Se tutto fosse confermato, vista l’attuale classifica, il club bianconero si vedrebbe scivolare di 15 punti verso il fondo della classifica di serie A, passando dal terzo al decimo posto. Ma purtroppo le grane per la Juventus non finiscono qui perchè potrebbe essere previsto un secondo processo legato ai nuovi atti dell’inchiesta “Prisma”, oltre alle sanzioni UEFA per aver violato le regole del fair play finanziario.
Coinvolte anche altre società, Sampdoria, Genoa, Parma, Empoli, Novara (vecchia gestione), Pisa, Pescara e Pro Vercelli, che si vedono assolte per non aver commesso alcuna illegalità finanziario sportiva.
I legali del club bianconero, Apa, Bellacosa e Sangiorgio in una intervista all’agenzia ANSA e dalla stessa pubblicata, dichiarano:
“L’accoglimento del ricorso per revocazione da parte delle Corte d’Appello Federale ci pare costituisca una palese disparità di trattamento ai danni della Juventus e dei suoi dirigenti rispetto a qualsiasi altra società o tesserato. Attendiamo di leggere con attenzione le motivazioni per presentare il ricorso davanti al Collegio di Garanzia dello Sport, tuttavia evidenziamo, fin da ora, che alla sola Juventus e ai suoi dirigenti viene attribuita la violazione di una regola, che la stessa giustizia sportiva aveva ripetutamente riconosciuto non esistere. Si tratta di una palese ingiustizia anche nei confronti di milioni di appassionati, che confidiamo sia presto sanata nel prossimo grado di giudizio“.
In una nota la società precisa:
“Juventus Football Club comunica che la Corte Federale di Appello – Sezioni Unite, visto il ricorso per revocazione ai sensi dell’art. 63 del Codice di Giustizia Sportiva proposto dalla Procura Federale, ha dichiarato ammissibile il ricorso per revocazione e pertanto revocato la pronunzia della Corte Federale di Appello, Sezioni Unite, n. 0089/CFA-2021-2022 del 27 maggio 2022 e, per l’effetto, disposto la penalizzazione di 15 punti in classifica per la Juventus da scontarsi nella corrente Stagione Sportiva e l’inibizione temporanea per il Direttore Sportivo, Federico Cherubini, di mesi 16 a svolgere attività in ambito Figc con richiesta di estensione in ambito Uefa e Fifa. Con la pronunzia revocata la Corte Federale di Appello aveva rigettato il reclamo proposto dalla Procura Federale avverso la decisione del Tribunale Federale Nazionale che, a sua volta, aveva prosciolto Juventus e gli altri soggetti deferiti per insussistenza di qualsiasi illecito disciplinare in ordine alla valutazione degli effetti di taluni trasferimenti dei diritti alle prestazioni di calciatori sui bilanci e alla contabilizzazione di plusvalenze”.
Ma cosa sono le plusvalenze calcistiche?
Le plusvalenze calcistiche sono il guadagno ottenuto dalla vendita di un calciatore a un prezzo superiore rispetto a quello pagato per acquistarlo. In altre parole, è la differenza tra il prezzo di acquisto di un calciatore e il prezzo di vendita di quello stesso calciatore. Queste plusvalenze sono un fattore importante per la gestione finanziaria delle società calcistiche.
Le plusvalenze calcistiche diventano un illecito quando vengono ottenute tramite il ricorso a pratiche fraudolente o illecite. Ad esempio, se una società calcistica falsifica i documenti per far sembrare che un calciatore sia stato acquistato a un prezzo inferiore rispetto a quello effettivo, o se una società calcistica utilizza fondi illeciti per acquistare un calciatore, le plusvalenze ottenute da questa transazione sarebbero illecite. Inoltre, le plusvalenze illecite possono essere generate anche in caso di accordi tra società di acquisto-vendita di calciatori e agenti che risultano essere in conflitto con le norme sulle commissioni degli agenti.
Se una società calcistica dichiara di aver pagato un prezzo superiore per un calciatore rispetto a quello effettivo e si accorda con il venditore per questa falsa dichiarazione, commette un illecito. Questo tipo di comportamento è considerato frode fiscale e può essere sanzionato dalle autorità competenti.
Una società calcistica che aumenta il proprio capitale non reale attraverso le plusvalenze calcistiche può sembrare di avere un bilancio in attivo e quindi attrarre investitori e aumentare le quotazioni in borsa. Le autorità competenti, come la Consob, sono incaricate di vigilare sulla corretta rappresentazione dei bilanci delle società quotate in borsa. Se venisse scoperto che una società ha utilizzato plusvalenze illecite per aumentare il proprio capitale non reale, potrebbe essere sanzionata e le sue quotazioni in borsa potrebbero subire una flessione. In generale, è importante che le società calcistiche gestiscano in modo trasparente e corretto i loro bilanci e le loro transazioni, per evitare sanzioni e garantire la fiducia degli investitori.