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Pericolo sismi; la Operational Earthquake Forecasting-OEF per la previsione probabilistica dei terremoti

Avantgardia

Il Dipartimento della Protezione Civile ha organizzato un incontro con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), le Regioni e le Province Autonome per definire le procedure per l’utilizzo sperimentale dei prodotti di ricerca sulla pericolosità sismica a breve termine.

Questo percorso di ricerca è stato avviato in Italia nel 2009 con la nomina dell’International Commission on Earthquake Forecasting for Civil Protection, composta da geologi e geofisici provenienti da diversi Paesi. La Commissione ha concluso che le tecniche di previsione probabilistica dei terremoti possono essere utilizzate a fini di protezione civile, ma richiedono uno sviluppo in tre fasi: ricerca, valutazione dei modelli e implementazione.

Negli anni, l’INGV ha lavorato per avere a disposizione modelli probabilistici di pericolosità sismica a breve termine, grazie anche a finanziamenti dedicati dal Dipartimento della Protezione Civile. Anche in altri Paesi esposti al rischio sismico, come Israele, Stati Uniti e Nuova Zelanda, la ricerca scientifica ha seguito questo filone. Attualmente, i terremoti non possono essere previsti con esattezza, ma si può calcolare come cambia la probabilità che accadano in una certa area.

L’INGV ha sviluppato l’architettura dello strumento chiamato “Operational Earthquake Forecasting-OEF” per elaborare dati in tempo reale, implementare i modelli accettati dalla comunità scientifica, testati e validati, proporre un nuovo modello di sintesi, creare dei database dei risultati ottenuti e sottoporli alla comunità scientifica. I risultati di questi anni di lavoro sono stati discussi anche in diverse riunioni della Commissione Grandi Rischi.

Il percorso di confronto e implementazione che parte ora con Regioni e Province Autonome ha l’obiettivo di verificare, in via sperimentale, l’utilizzo che potrebbe essere fatto di questo strumento per azioni di protezione civile. Questo strumento si aggiunge ad altri elementi conoscitivi già utilizzati dal sistema, come la storia sismica, l’assetto sismotettonico, la microzonazione sismica e gli scenari di danno atteso.

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