Pasqua: significato, origini e tradizioni

Avantgardia

Qual è il significato della Pasqua nella storia? E quali sono le sue origini? In questo articolo scopriremo le radici e le tradizioni di questa festività, che unisce fede e cultura in un evento unico e ricco di simboli.

 

La Pasqua ebraica

La Pasqua ebraica, chiamata Pesach o Pèsach, è la festa più importante del calendario ebraico, che celebra la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto grazie all’intervento di Dio e alla guida di Mosè. La Pasqua ebraica dura otto giorni (sette in Israele) e inizia il 15 del mese di Nisan, che corrisponde alla primavera nel calendario gregoriano. La Pasqua ebraica è una festa ricca di simboli e tradizioni, che rievocano le tappe dell’esodo degli ebrei verso la Terra Promessa.

Il significato della Pasqua ebraica

La parola Pesach significa “passaggio” o “passare oltre” e si riferisce al fatto che Dio passò oltre le case degli ebrei segnate con il sangue di un agnello, risparmiandoli dall’ultima delle dieci piaghe che colpirono gli egiziani: la morte dei primogeniti. Questo evento convinse il faraone a lasciare andare gli ebrei, che erano stati ridotti in schiavitù per secoli. Gli ebrei dovettero partire in fretta, senza avere il tempo di far lievitare il pane, che mangiarono azzimo (non lievitato). Il termine azzimo in ebraico è matzà ed è uno dei simboli principali della Pasqua ebraica.

La storia della Pasqua ebraica

La storia della Pasqua ebraica è raccontata nel libro dell’Esodo nella Bibbia ebraica. Secondo il racconto biblico, Dio scelse Mosè come suo profeta e lo incaricò di andare dal faraone per chiedergli di liberare gli ebrei. Il faraone si rifiutò più volte di ascoltare Mosè, anche dopo che Dio mandò diverse piaghe sull’Egitto, come le rane, le zanzare, le mosche, le ulcere, la grandine, le locuste, le tenebre. L’ultima piaga fu la più terribile: la morte di tutti i primogeniti egiziani. Dio ordinò agli ebrei di sacrificare un agnello e di spargere il suo sangue sugli stipiti delle porte delle loro case. Così facendo, avrebbero evitato che l’angelo della morte li colpisse. Questo rito è chiamato pesah ovvero passare oltre ed è il cuore della Pasqua ebraica.

Dopo questa tragedia, il faraone lasciò andare gli ebrei, che si misero in cammino verso il deserto del Sinai. Ma presto cambiò idea e li inseguì con il suo esercito. Gli ebrei si trovarono bloccati davanti al Mar Rosso e non sapevano come attraversarlo. Allora Dio disse a Mosè di alzare il suo bastone sulle acque e le acque si divisero, creando un passaggio asciutto per gli ebrei. Quando gli egiziani li seguirono, le acque si richiusero su di loro e annegarono. Questo miracolo fu un segno della potenza di Dio e della sua fedeltà verso il suo popolo.

Gli ebrei continuarono il loro viaggio nel deserto per quarant’anni, affrontando molte difficoltà e tentazioni. Durante questo periodo, Dio diede a Mosè le tavole della Legge sul monte Sinai, stabilendo un’alleanza con il suo popolo. Infine, gli ebrei raggiunsero la Terra Promessa sotto la guida di Giosuè.

Le tradizioni della Pasqua ebraica

La Pasqua ebraica si celebra con una cena rituale chiamata Seder (che significa “ordine”), che si svolge nella prima e nella seconda sera della festa. Il Seder segue un preciso schema stabilito dalla Haggadah, un libro che contiene i testi e i canti da recitare durante la cena. Il Seder ha lo scopo di far rivivere agli ebrei la storia dell’esodo e della liberazione, coinvolgendo tutti i partecipanti, soprattutto i bambini. Il capofamiglia racconta la storia rispondendo alle quattro domande poste dal figlio più giovane. Inoltre, si mangiano dei cibi simbolici che richiamano le vicende dell’esodo:

  • il pane azzimo (matzà), che ricorda la fretta con cui gli ebrei partirono dall’Egitto senza far lievitare il pane;
  • l’agnello arrostito (zeroa), che ricorda il sacrificio dell’agnello pasquale;
  • le erbe amare (maror), che ricordano l’amarezza della schiavitù;
  • il composto di frutta e noci (charoset), che ricorda il cemento usato dagli ebrei per costruire le piramidi;
  • le erbe aromatiche (karpas), che ricordano la primavera e la speranza;
  • l’uovo sodo (beitzah), che ricorda il sacrificio del Tempio di Gerusalemme.

I cibi simbolici sono disposti su un vassoio speciale chiamato ke’ara. Durante il Seder si bevono anche quattro bicchieri di vino, che rappresentano le quattro promesse fatte da Dio agli ebrei: “vi farò uscire”, “vi libererò”, “vi redimerò”, “vi prenderò come mio popolo”. Il quarto bicchiere viene bevuto dopo aver aperto la porta per accogliere il profeta Elia, che secondo la tradizione annuncerà la venuta del Messia.

La Pasqua ebraica è una festa che unisce memoria e attualità, fede e cultura, tradizione e innovazione. È una festa che celebra la libertà di un popolo che ha saputo resistere alle oppressioni e alle persecuzioni nel corso della storia, mantenendo viva la sua identità e la sua speranza.

La Pasqua cristiana

La Pasqua cristiana è la festa più importante per i cristiani, perché celebra la resurrezione di Gesù Cristo dopo la sua morte sulla croce. Secondo la tradizione cristiana, la resurrezione di Gesù dimostra il potere di Dio sulla morte, garantendo così la vita eterna per coloro che credono in Lui. La Pasqua cristiana è anche un simbolo di speranza e rinascita.

Il significato della Pasqua cristiana

La parola Pasqua deriva dal greco pascha, come dicevamo a sua volta dall’aramaico pasah, che significa “passaggio” o “passare oltre”. Questo termine infatti richiama la Pasqua ebraica.

I cristiani credono che Gesù sia il messia promesso da Dio al popolo di Israele e che sia venuto sulla terra per annunciare il regno di Dio e compiere miracoli. Ma Gesù fu anche perseguitato, arrestato e crocifisso dai romani su richiesta dei capi religiosi ebrei, che lo consideravano un eretico e un sovversivo. Gesù morì sulla croce il venerdì santo, ma il terzo giorno dopo la sua sepoltura, la domenica di Pasqua, risorse dai morti, come aveva predetto. Le sue apparizioni ai suoi discepoli e alle donne che lo seguivano confermarono la sua resurrezione e la sua divinità. I cristiani vedono nella Pasqua il compimento della profezia biblica e il segno dell’amore di Dio per l’umanità, che ha dato suo figlio per salvarla dal peccato.

La storia della Pasqua cristiana

La storia della Pasqua cristiana è raccontata nei quattro Vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni) e negli Atti degli Apostoli nel Nuovo Testamento. Secondo i Vangeli, Gesù celebrò l’ultima cena con i suoi dodici apostoli nella sera del giovedì santo, durante la quale istituì l’eucaristia, il sacramento del suo corpo e del suo sangue offerti in sacrificio. Dopo aver pregato nel giardino degli ulivi, Gesù fu tradito da Giuda Iscariota, uno dei suoi apostoli, che lo consegnò ai soldati romani guidati dal sommo sacerdote Caifa. Gesù fu processato davanti al governatore romano Ponzio Pilato, che lo condannò a morte per crocifissione sotto la pressione subita dalla folla che lo voleva moto. Gesù fu flagellato, incoronato di spine, caricato della croce e condotto al monte Calvario (o Golgota), dove fu crocifisso tra due ladroni. Prima di morire, Gesù pronunciò le sue ultime parole: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:34); “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Marco 15:34); “Ho sete” (Giovanni 19:28); “Tutto è compiuto” (Giovanni 19:30); “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Luca 23:46). Gesù morì verso le tre del pomeriggio del venerdì santo.

Il corpo di Gesù fu staccato dalla croce da Giuseppe di Arimatea, un membro del sinedrio che era segretamente discepolo di Gesù. Giuseppe ottenne il permesso da Pilato di seppellire Gesù nel suo sepolcro nuovo, scavato nella roccia. Il corpo di Gesù fu avvolto in un lenzuolo e deposto nel sepolcro, chiuso da una grossa pietra. Alcune donne che seguivano Gesù, tra cui Maria Maddalena, si misero in preghiera davanti al luogo della sepoltura. I capi religiosi ebrei chiesero a Pilato di mettere una guardia al sepolcro e di sigillare la pietra, per evitare che i discepoli di Gesù rubassero il corpo e dicessero che era risorto.

Il sabato santo fu un giorno di silenzio e di attesa. Il giorno dopo, la domenica di Pasqua, le donne tornarono al sepolcro per ungere il corpo di Gesù con oli profumati. Ma trovarono la pietra rotolata via e il sepolcro vuoto. Un angelo o un uomo vestito di bianco (a seconda dei Vangeli) annunciò loro che Gesù era risorto e che dovevano andare a dirlo ai suoi discepoli. Le donne corsero a dare la notizia, ma non furono credute. Pietro e Giovanni andarono a verificare e videro solo il lenzuolo vuoto. Maria Maddalena rimase al sepolcro e vide Gesù in persona, lo scambiò per un giardiniere finché lui non la chiamò per nome. Gesù le disse di non toccarlo perché non era ancora salito al Padre e le chiese di andare a dire ai suoi fratelli che era vivo.

Gesù apparve poi a diversi suoi discepoli in varie occasioni: ai due di Emmaus, ai dieci apostoli nel cenacolo (senza Tommaso), ai sette pescatori sul lago di Tiberiade, a più di cinquecento uomini in Galilea, a Giacomo e agli apostoli sul monte degli Ulivi. In queste apparizioni, Gesù mostrò le sue piaghe, mangiò con loro, insegnò loro le Scritture, li confermò nella fede, li perdonò, li mandò a predicare il Vangelo a tutte le genti e li battezzò nello Spirito Santo.

Quaranta giorni dopo la sua resurrezione, Gesù salì al cielo davanti ai suoi discepoli, benedicendoli. Questo evento è chiamato ascensione ed è celebrato dai cristiani quaranta giorni dopo la Pasqua. Dieci giorni dopo l’ascensione, i discepoli ricevettero lo Spirito Santo nel giorno della Pentecoste, che segna la nascita della Chiesa cristiana.

Le tradizioni della Pasqua cristiana

La Pasqua cristiana si celebra con diverse liturgie e riti che ricordano gli eventi della passione, morte e resurrezione di Gesù. La settimana prima della Pasqua è chiamata settimana santa ed è caratterizzata da momenti solenni e penitenziali. La domenica delle Palme si ricorda l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme accolto dalla folla con rami di palma e ulivo. Il giovedì santo si celebra l’ultima cena con la lavanda dei piedi e l’istituzione dell’eucaristia. Il venerdì santo si commemora la passione e la morte di Gesù con la via crucis, la lettura del Vangelo della passione e l’adorazione della croce. Il sabato santo si osserva il silenzio e l’attesa davanti al sepolcro vuoto.

La notte tra il sabato e la domenica si celebra la veglia pasquale, il rito più solenne dell’anno liturgico. La veglia pasquale inizia con l’accensione del fuoco e del cero pasquale, che simboleggiano la luce di Cristo risorto che vince le tenebre. Il cero pasquale viene portato in processione nella chiesa buia e viene cantato l’Exsultet, l’inno di lode alla Pasqua. Seguono le letture bibliche che ripercorrono la storia della salvezza, dal creato alla resurrezione. Dopo il Gloria e l’Alleluia, si proclama il Vangelo della resurrezione e si fa l’omelia. Poi si celebra il battesimo o la rinnovazione delle promesse battesimali e si accendono le candele dei fedeli dal cero pasquale. Infine si celebra l’eucaristia in memoria della morte e resurrezione di Gesù.

La domenica di Pasqua si celebra la messa solenne con la lettura del Vangelo della resurrezione e la benedizione papale Urbi et Orbi. In molte chiese si usa anche cantare il Regina Coeli, un’antifona mariana che esprime la gioia per la resurrezione di Gesù.

La Pasqua cristiana ha anche delle tradizioni popolari che variano a seconda dei luoghi e delle culture. Tra queste ci sono le processioni, le rappresentazioni sacre, i canti, i giochi, i dolci tipici. Alcuni simboli della Pasqua cristiana sono l’agnello, che ricorda il sacrificio di Gesù; le uova, che rappresentano la vita nuova; il giglio, che simboleggia la purezza e la gloria di Cristo; il coniglio o la lepre, che evocano la fecondità e la primavera. In alcuni paesi si usa anche scambiarsi dei regali o delle cartoline augurali per la Pasqua.

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