Nei Brics con il Dollaro? L’Argentina va alle elezioni nel completo caos

Avantgardia

L’Argentina, insieme ad altri paesi emergenti, ha recentemente aderito ai Brics, il blocco geopolitico dell’Oriente che sfida l’egemonia dell’Occidente.

Una delle priorità di questa alleanza, guidata da Russia e Cina, è ridurre la dipendenza dal dollaro nelle relazioni internazionali, di fatto non considerandola più come unica moneta per le transazioni economiche a livello mondiale. Tuttavia, paradossalmente, l’Argentina potrebbe presto rafforzare al suo interno il ruolo globale del dollaro. Il paese sudamericano è infatti alle prese con una grave crisi economica, causata da un debito a livello mondiale insostenibile, da una recessione profonda e da un’inflazione galoppante. Basta pensare che quasi il 40% degli argentini vive in condizioni di povertà assoluta. Inoltre, il sistema di cambi monetari multipli adottato dal governo è diventato fonte di confusione e inefficienza in particolare a livello statale. Il 13 agosto si sono svolte le elezioni primarie, che hanno visto trionfare Javier Milei, il candidato della ultra destra anarco-capitalista. Con oltre il 30% dei voti, Milei si candida come favorito per le elezioni generali di ottobre. I suoi avversari saranno Sergio Massa, attuale ministro dell’Economia, e Patricia Bullrich, esponente del centro-destra oggi all’opposizione. L’affluenza alle urne è stata particolarmente bassa, per un paese che deve ricostruirsi, solo il 69% dei 35.000.000 aventi diritto al voto si è recato alle urne. La proposta più radicale di Milei è di eliminare la banca centrale e di sostituire il peso argentino (moneta oggi ufficiale) con il dollaro americano, facendolo diventare la nuova moneta argentina.

Una scelta che da un lato porterebbe fuori dai Brics l’Argentina, facendole di fatto perdere tutti gli aiuti promessi da Russia, Cina e India, dall’altro porterebbe il nuovo governo sotto l’ombrello degli USA che in questo periodo storico, faticano a mantenere un controllo sull’Amerca del sud.

Dunque si prospetta un bivio per quello che sarà il nuovo presidente, un bivio che ha una sola certezza, le strade che da lì partono sono ancora al buio, senza i lampioni che potrebbero permettere di vedere dove portano…

 

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