Madagascar, la Grande Terra nell’Oceano Indiano

Avantgardia

Non sei tu a scegliere il Madagascar, è quest’isola meravigliosa a cercare te”. E’ quello che ripetono i forestieri che hanno lasciato il loro luogo natio per trasferirsi definitivamente sull’Isola Rossa, così definita per via del colore del suo terreno ricco di ferro.

di Florinda Ambrogio

Situata nell’Oceano Indiano, 400 km ad est della costa del Mozambico, il Madagascar è la più grande isola dell’Africa e la quarta più grande del mondo in termini di superficie con 587.040 chilometri quadrati. Dagli abitanti del posto viene indicata come la Grande Terra.

La lingua ufficiale è il malgascio e il francese è la seconda lingua che viene insegnata a scuola. La popolazione è ufficialmente suddivisa in 18 etnie ognuna con delle caratteristiche peculiari, ma la maggioritaria è quella Mérina che rappresenta circa il 26% della popolazione e che ha più rappresentanti tra le personalità politiche importanti.

I Betsimiraka, originari dell’est del Paese – la regione di Tamatave -, sono la seconda etnia più importante in termini di popolazione. Nel Madagascar meridionale vivono i tagliatori di Baobab, i Mahafaly, i pescatori nomadi Vedo e i grandi allevatori di zebù, gli Antandroy.

Con una superficie quasi doppia rispetto all’Italia – 600 chilometri in larghezza e 1600 chilometri in lunghezza -, l’Isola Rossa è circa 3 volte meno popolata del Bel Paese. I centri urbani non sono grandi perché il Madagascar è un Paese per la maggior parte agricolo.

Nosy Be: una realtà che supera la fantasia

Al largo della costa nord-occidentale del Magascar, Nosy Be potrebbe essere paragonata ad una gigantesca Arca di Noè in mezzo all’Oceano Indiano. Il nome è in lingua malgascia e significa letteralmente Isola Grande. E’ di origine vulcanica ed è circondata da incontaminate coste ricche di scenari favolosi e un’entroterra significativo in termini di biodiversità, è l’isola degli animali sopravvissuti a ere di evoluzione, dei camaleonti, delle tartarughe, delle balene e di altri non ancora classificati.

Nosy Be è la terra delle foreste, delle pietre, della sabbia, degli altipiani, del mare cristallino e del suo immenso cuore verde. E’ la terra dei mille popoli e di altrettante lingue. E’ la terra della dicotomia tra povertà estrema e lusso ostentato.

Il Parco di Lemuri Land e la Riserva integrale di Lokobe accolgono oltre 100 specie di lemuri che utilizzano grugniti nasali per comunicare tra loro nella grande foresta. Dal latino ‘lemures’, cioè spiriti della notte, i lemuri sono animali endemici del Madagascar e i primati più minacciati al mondo. Oltre il 90% delle specie che vivono sull’Isola rischiano l’estinzione causa del disboscamento e della caccia a scopo alimentare.

Hell Ville, la sua gente, i colori e i suoi profumi

Andoany, nota anche come Hell-Ville è la capitale di Nosy Be. Lungo la strada per arrivare al capoluogo, immerse nel verde della vegetazione, si osservano sequenze di capanne di legno con il tetto in paglia dove, al loro esterno, si riuniscono gruppi di donne e bambini per vivere la loro quotidianità tra momenti dedicati al bucato e altri alla preparazione del riso in vecchi e arrugginiti pentoloni ai bordi delle strade. Nulla di specificamente straordinario occupa le loro giornate, la povertà incombe, ma tutti salutano festosi sorridendo ai turisti che passano con i pullman.

Curva dopo curva, sulla strada che porta al principale centro abitato dell’Isola di Rosy Be, si viene sorpassati da decine di tuc-tuc o pusse-pusse – minuscoli taxi gialli simili a motoveicoli a tre ruote – e da carri trainati dagli zebù. Hell Ville è la prima città coloniale del Madagascar ed è stata costruita sull’antico villaggio di Antserambasaha, che tradotto è il ‘porto degli stranieri’.

Il capoluogo è dinamico e chiassoso ed è caratterizzato da edifici in stile coloniale francese dei primi del ‘900, mini bazar dove si vende la qualunque e dove l’aria si riempie di intenso profumo di vaniglia. Piccole officine a cielo aperto e motorini riparano auto e motorini fatiscenti.

La gente è ospitale e offre tutto ciò che ha. Una destinazione per chi desidera realmente entrare in connessione il popolo malgascio. Un luogo, in tutto e per tutto, incapace di di deludere.

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