Le prossime catastrofi climatiche sono molto più vicine di quanto immaginiamo

Avantgardia

Il cambiamento climatico si sta aggravando ma noi facciamo finta di non ricodarci che esisete e che nel prossimo futuro dovremo farci i conti.

Siamo di fronte a una crisi climatica di grandi proporzioni e facciamo finta di dimenticarla, ma lei non dimentica noi. Questo è un fenomeno che non si regola in funzione dei pensieri dell’umanità, vi sono eventi che seguono le leggi della natura e colpiscono in modo violento l’arroganza di quello che si ama definere “homo sapiens o meglio uomo saggio”. Alla natura non interessa chi ha davanti quando decide di colpire lo fa con tutta la violenza che la contraddistingue. 

La cinematografia ha bel chiaro questo problema e con il film “Don’t Look up” ha evidenziato come gli insensibili poteri politici ed economici possano non voler affrontare i grandi problemi che minacciano la nostra specie. Nel film, Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence e Meryl Streep riescono a mettere in luce l’arroganza del potere e la sua fragilità nel affrontare i grandi problemi per l’uomo. 

La crisi climatica è sempre più evidente e minacciosa, eventi estremi sono sempre più frequenti anche in zone dove il clima è sempre stato mite.  Il superamento anche solo  temporaneo degli obiettivi climatici definito con l’accordo di  Parigi, ci avvicinano sempre più al punto di rischio definito critico e i governi sembrano far finta di non saperlo e allentano l’attenzione verso la crisi climatica.

Abbiamo appena visto cosa è successo in America nelle scorse settimane, il termometro è sceso improvvisamente, nel giro di poche ore di decine di gradi, portandosi a temperature che si trovano solo ai poli, provocando perdita di vite umane e distruzione delle infrastrutture non progettate per le temperature polari. Oppure temporali che si tramutano in vere bombe d’acqua che si abbattono sui territori con violenza inaudita, provocano distruzione e allagamenti costringendo l’evaquazione dalle zone colpite.

In Europa al contrario abbiamo avuto un’estate che si è allungata fino all’inverno,  da Madrid alla Russia, con record di temperature giornaliere e mensili più alte di tutti i tempi. Gli scienziati descrivono questi avvenimenti come “estremismo climatico”.

L’intensità e l’estensione del caldo in Europa è difficile da capire, a Bilbao, nel nord della Spagna, ad esempio, la temperatura ha raggiunto i 24,9°C, durante il primo periodo invernale, altri record storici, per questo periodo dell’anno, sono stati raggiunti anche in Germania, Svizzera, Repubblica Ceca, Danimarca, Lettonia, Bielorussia, Lituania, Olanda e Polonia. Un fenomeno estremo mai registrato negli ultimi secoli.

Non va dimenticata l’estate vissuta in Europa, grandi ondate di caldo africano hanno provocato un’estrema siccità e conseguenti incendi. In GranBretagna si è registrata la temperatura più alta di sempre nel paese +40°.

Un caldo da record in Europa all’inizio dell’anno reso più probabile dal cambiamento climatico antropogenico, cioè provocato o accellerato dalle attività umane, questa genera un volano che porterà undate di caldo “sempre più calde”.

SIamo dunque nell’era della “policrisi” ovvero un momento storico in cui possiamo vedere nascere crisi simultanee, geopolitiche, economiche, ecologiche e tecnologiche, che influiscono in modo drammatico sulla vita dell’uomo, Un argomento che mette preoccupazione tanto che la rivista FINANCIAL TIMES ha scelto proprio questa parola per descrivere l’andamento del pianeta su cui abbiamo l’onore di vivere. 

Il rapido deterioramento del clima non sembra (speriamo per ora), accrescere la volontà dei governi e dell’opinione pubblica di affrontare il grave problema, che come il pericolo di una “guerra Nucleare”, viene visto ancora molto lontano… forse.

L’agenda per il clima del 2021 redatta in Scozia, è stata messa in disparte da problemi più evidenti e meno silenti come la guerra in Ucraina, l’inasprirsi dlle tensioni tra Cina/Russia e America/Europa. Le ingenti risorse utilizzate per la guerra sono state tolte da quelle destinate ad affrontare la crisi climatica, anche l’utilizzo di combustibili fossili per far fronte ai probllemi energetici è di molto aumentato.

Del resto, affrontare tutte le nuove terribili minacce all’umanità, causate dallo stesso sviluppo e dalle nuove tecnologie, presuppone un clima di strettissima cooperazione internazionale, non può essere fatto efficacemente in condizioni come quelle che prevalgono oggi.

Serve un nuovo approccio a livello internazionale che faccia le giuste differenze tra i paesi più sviluppati e quelli più poveri. Non è possibile che tutti debbano contribuire alla stesso modo. 

La questione di base è in realtà un’altra. Il mondo deve veramente capire se la cultura, il sistema economico internazionale e quello di consumo che abbiamo sino ad oggi costruito siano veramente sostenibili. Se davvero sono necessari solo piccoli interventi, come la riduzione dell’uso dei combustibili fossili per la sopravvivenza della civiltà umana, o se è necessario un cambio radicale del paradigma che ha accompagnato l’uomo fino ad oggi.

Perchè in gioco c’è la sopravvivenza o l’estinzione della razza umana…

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