La scuola che non vogliamo: il caso del professore di fisica che umilia gli studenti con i voti

Avantgardia

La scuola è uno dei pilastri della società, un’istituzione che ha il compito di formare le nuove generazioni, di trasmettere loro conoscenze, valori, competenze. Ma cosa succede quando la scuola diventa un luogo di sofferenza, di frustrazione, di ingiustizia? Quando i voti scolastici non sono più uno strumento di valutazione, ma di discriminazione? Quando i professori non sono più dei “maestri“?

Questo è quello che sta vivendo una classe qualunque di terza superiore, di un qualunque liceo scientifico del nostro “bel paese“, dove un qualunque professore di fisica umilia i suoi studenti con dei voti scandalosi. Al primo compito in classe: un solo 5- e i restanti diciassette alunni dal 3 in giù fino ad arrivare allo scherno del 2. Un compito su un argomento che alcuni ragazzi avevano già superato durante l’esame di recupero a settembre, superandolo con la sufficienza.

Il motivo di questa severità eccessiva?

Il professore non segue il programma ufficiale, ma spiega la fisica a modo suo, usando metodi personali e diversi da quelli del libro di testo e mettendo in difficoltà gli alunni che hanno come riferimento solo gli appunti presi in classe. Inoltre, si vanta di essere l’autore di un libro di fisica che presto sarà pubblicato online e che tutti potranno consultare. Un atteggiamento arrogante e presuntuoso, che dimostra il suo disinteresse per le esigenze e le difficoltà degli studenti.

Le conseguenze di questo comportamento sono devastanti per l’autostima e la motivazione degli studenti, che si sentono umiliati, demoralizzati e incapaci. Molti di loro tralasciano le altre materie per cercare di capire la fisica, di raggiungere il tanto sofferto 6, senza ottenere risultati. Alcuni pensano addirittura di cambiare scuola o di abbandonare gli studi. Una situazione inaccettabile, che mette a rischio il futuro dei ragazzi e il ruolo della scuola.

La scuola dovrebbe essere un luogo dove gli studenti si sentono accolti, stimolati, valorizzati. Dove i professori sono delle guide, dei facilitatori, dei mentori. Dove i voti scolastici sono dei feedback, dei riconoscimenti, delle sfide. Dove gli studenti sono dei protagonisti, dei costruttori, dei cittadini.

Le autorità competenti dovrebbero vegliare su questa importante funzione della scuola e dove rilevato o segnalato, intervenire per porre fine a questo sistema di valutazione ingiusto e discriminatorio, che viola i diritti degli studenti e li priva della gioia di apprendere. La scuola dovrebbe essere un luogo di apprendimento, di crescita, di stimolo alla curiosità e alla creatività. Purtroppo, non sempre è così. A volte, ci si trova di fronte a professori che usano i voti come arma per umiliare, scoraggiare e demotivare gli studenti. Questa non è la scuola che vogliamo! La nostra società per crescere ha bisogno di una scuola che sia in grado di stimolare i ragazzi ad ampliare le proprie conoscenze, di una scuola che li accompagni in un corretto processo di crescita e maturazione. Così da farli diventate uomini o donne corretti e sicuri di se e delle proprie capacità.

Vogliamo una scuola che valorizzi le potenzialità di ogni studente, che li incoraggi a migliorarsi e a superare le proprie difficoltà, che li renda protagonisti del proprio percorso formativo. Vogliamo una scuola che dia dei voti scolastici basati sui criteri oggettivi e trasparenti, che rispecchino i reali risultati raggiunti dagli studenti. Vogliamo una scuola dove i voti scolastici non siano tutto, ma solo un mezzo per misurare i progressi e le lacune degli studenti, un incentivo e non un ostacolo alla formazione degli studenti.

Purtroppo la cattiva gestione dei voti, che include umiliazione e denigrazione degli studenti, voto basso, risultato negativo e critiche negative da parte dei professori, è un problema che affligge la scuola italiana da molti anni. Nessuno ne parla perché ha paura di una vendetta sui figli, purtroppo gli studenti che ricevono voti bassi o risultati negativi nelle scuole italiane, sono spesso soggetti a bullismo e “mobbing sommerso” da parte degli stessi professori. È importante che la scuola italiana si impegni a combattere la cattiva gestione dei voti. I professori devono essere formati per utilizzare i voti in modo costruttivo e positivo, senza danneggiare la fiducia e la motivazione degli studenti.

Questa è la scuola che vogliamo. Questa è la scuola che merita ogni studente. Questa è la scuola che fa bene alla società!

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