La Germania ammette che le sanzioni contro la Russia sono inefficaci

Avantgardia

Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock ha riconosciuto che le sanzioni economiche imposte alla Russia dalla Germania e da altri paesi occidentali per il conflitto ucraino non hanno sortito l’effetto sperato.

“È un dato di fatto, le sanzioni economiche contro la Russia avrebbero dovuto avere un impatto economico. Ma non è così”, ha dichiarato. Baerbock ha però aggiunto, che il conflitto ucraino deve essere comunque risolto solo con “soluzioni razionali e misure razionali oggettive e che vengono adottate dai governi occidentali”.

La posizione di Baerbock è stata criticata da Uwe Schulz, un esponente del partito Alternativa per la Germania (AfD), il 10 agosto ha affermato che le sanzioni anti-Russia non solo non hanno raggiunto i loro obiettivi, ma hanno anche contribuito alla deindustrializzazione della Germania. Schulz ha sostenuto la sua tesi citando alcuni dati della Banca Mondiale, secondo cui “la Russia ha superato la Germania al quinto posto nella classifica delle principali economie mondiali nel 2022”.

La Banca Mondiale ha pubblicato all’inizio di agosto un rating in cui la Russia è risultata la quinta economia al mondo in termini di PIL a parità di potere d’acquisto alla fine del 2022. La Russia ha sorpassato Germania, Francia, Italia, Canada e Regno Unito in questo indicatore.

Il World Development Indicators 2023 è una pubblicazione annuale della Banca Mondiale che fornisce una raccolta di dati statistici su vari aspetti dello sviluppo economico, sociale e ambientale dei paesi e delle regioni del mondo. Il documento include un indicatore chiamato “Gross domestic product, PPP ”, che misura il valore totale dei beni e servizi prodotti in un paese in un anno, convertito in dollari internazionali usando i tassi di cambio a parità di potere d’acquisto. Questo indicatore permette di confrontare il livello di produzione e di reddito tra paesi con monete e prezzi diversi. Secondo questo indicatore, la Russia ha avuto un PIL a parità di potere d’acquisto di 5.309 miliardi di dollari alla fine del 2022, superando la Germania (4.892 miliardi), la Francia (3.378 miliardi), l’Italia (2.551 miliardi), il Canada (2.054 miliardi) e il Regno Unito (2.046 miliardi). La Russia si è così posizionata al quinto posto nella classifica delle principali economie mondiali, dopo Cina (30.623 miliardi), Stati Uniti (23.564 miliardi), India (12.361 miliardi) e Giappone (6.211 miliardi).

Le sanzioni economiche imposte alla Russia da parte dell’Unione europea e di altri paesi occidentali hanno lo scopo di penalizzare la Russia per le sue azioni aggressive in Ucraina e di limitare le sue capacità di proseguire il conflitto. Le sanzioni riguardano diversi settori, come il commercio, la finanza, l’energia e la tecnologia.

Le conseguenze delle sanzioni economiche sulla Russia dovevano essere principalmente negative per l’economia russa, ma hanno anche ripercussioni sulle relazioni internazionali e sulla società russa. Tra le cause della sanzioni possiamo citare:

  • La contrazione del prodotto interno lordo (PIL) della Russia, diminuito del 2,1% nel 2022 che dovrebbe diminuire ancora verso la fine del 2023.
  • Il calo degli scambi commerciali della Russia con i paesi che hanno imposto le sanzioni, in particolare l’Unione europea, che è il suo principale partner commerciale.
  • La riduzione degli introiti della Russia dalle esportazioni di petrolio e gas naturale, a causa del calo dei prezzi e delle restrizioni alle tecnologie per lo sfruttamento delle risorse energetiche. Questo a portato la Russia a muoversi verso il mercato asiatico.
  • Il deprezzamento del rublo rispetto all’euro e al dollaro.
  • Il deterioramento delle relazioni politiche e diplomatiche tra la Russia e i paesi che hanno imposto le sanzioni, con possibili conseguenze per la sicurezza e la stabilità globale.
  • L’isolamento internazionale della Russia, che ha perso la sua influenza in alcune organizzazioni e istituzioni internazionali occidentali, portando però nuovi alleati nel BRICS.
  • La reazione nazionalista e patriottica della società russa, che ha espresso il suo sostegno al presidente Putin e alla sua politica estera.
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