La fuga di Artem Uss: ecco come il figlio di un oligarca russo è evaso dagli arresti domiciliari a Milano
Artem Uss è il figlio di Aleksandr Uss, un potente oligarca russo e governatore della regione di Krasnoyarsk, nella Siberia centrale. Nel 2022, Artem Uss è stato arrestato all’aeroporto di Milano Malpensa su richiesta degli Stati Uniti, che lo accusano di contrabbando di petrolio dal Venezuela sotto embargo e di frode bancaria.
Dopo alcuni mesi di detenzione in carcere, Uss ha ottenuto gli arresti domiciliari in un appartamento a Basiglio, alle porte di Milano, preso in affitto dalla moglie Maria Yagodina. Il 22 marzo 2023, però, Uss è riuscito a fuggire tagliando il braccialetto elettronico e salendo su una macchina con un complice. Da allora, la sua fuga è diventata un giallo internazionale che coinvolge le autorità italiane, russe e americane. Come ha fatto Uss a evadere? Chi lo ha aiutato? E dove si trova ora?
L’arresto a Malpensa e la richiesta di estradizione
Artem Uss è un manager russo che si occupa di commercio internazionale. Secondo gli Stati Uniti, però, le sue attività nascondono operazioni illecite a favore del regime venezuelano di Nicolás Maduro e del Cremlino. Nel 2022, la giustizia americana ha emesso un mandato d’arresto internazionale nei suoi confronti, accusandolo di aver violato le sanzioni imposte al Venezuela trasferendo illegalmente petrolio dal paese sudamericano verso Cina e Russia. Inoltre, viene anche accusato di aver frodato alcune banche americane e di aver contrabbandato tecnologie militari dagli Usa verso la Russia.
Il 17 ottobre 2022, Uss è fermato all’aeroporto di Milano Malpensa dall’intelligence italiana, mentre si apprestava a partire per Mosca con la moglie e il figlio di pochi mesi. La prima detenzione avviene nel carcere di San Vittore in attesa della decisione sulla sua estradizione. La difesa di Uss ha sempre negato le accuse e ha chiesto che fosse consegnato alla Russia, dove è anche ricercato per una presunta frode fiscale. La Russia, infatti, ha da subito espresso il suo sostegno a Uss chiedendo all’Italia di non estradarlo negli Stati Uniti.
La Corte d’Appello di Milano, però, il 21 marzo 2023 ha deciso che Uss doveva essere estradato negli Stati Uniti limitatamente alle accuse di contrabbando di petrolio e frode bancaria escludendo invece le accuse di spionaggio.
La fuga da Basiglio e il mistero del ritorno in Russia
Il giorno dopo la decisione della Corte d’Appello, Uss ha messo in atto il suo piano di fuga. Alle 14:07 del 22 marzo 2023, ha tagliato il braccialetto elettronico che controllava i suoi spostamenti e ha lasciato l’appartamento di Basiglio. Secondo le indagini della procura di Milano, Uss ha cambiato più volte mezzi di trasporto e ha usato documenti falsi per attraversare il confine con la Slovenia. Da lì, ha proseguito verso la Serbia e poi verso la Russia, forse con un volo.
La sua fuga è stata aiutata da un gruppo di almeno sei o sette persone, tra italiani e stranieri, soprattutto dell’Est Europa. Alcuni di loro sono stati identificati e indagati dalla procura, mentre altri sono riusciti a far perdere le tracce. La procura inoltre sospetta che dietro la fuga di Uss vi sia il coinvolgimento dei servizi segreti russi, che avrebbero organizzato e gestito l’operazione per riportare in patria il figlio dell’oligarca. Il 4 aprile 2023, Uss ha annunciato il suo ritorno in Russia con un messaggio sui social network. Ha ringraziato le persone che gli sono state vicine e che lo hanno aiutato a fuggire. Tra queste, ha citato anche il presidente russo Vladimir Putin, definendolo “un uomo generoso”. Il padre di Uss, Aleksandr Uss, in un’intervista a un media russo, ha espresso gioia per il ritorno del figlio continuando a sostenere la sua innocenza. Ha inoltre rilevato di aver ricevuto sostegno da “amici stranieri” e di aver chiesto l’intervento del Cremlino per risolvere la situazione.
Le reazioni delle autorità italiane e americane
Il ministro dell’Interno Piantedosi e la premier Meloni non hanno ancora fornito spiegazioni al Parlamento sulla fuga di Uss. Il Partito democratico e +Europa hanno presentato delle interrogazioni parlamentari ai ministri dell’Interno e della Giustizia per capire cosa non abbia funzionato nelle misure di sicurezza e in quelle cautelari. Il Copasir ha audito la premier Meloni sul caso, ma non sono trapelati dettagli sul suo intervento. Fonti di intelligence hanno sostenuto che nessuno dei servizi italiani era stato informato che Uss rappresentasse un problema per la sicurezza nazionale. Gli Stati Uniti hanno espresso la loro delusione per la fuga di Uss e hanno chiesto alla Russia di consegnarlo alle autorità americane. Hanno anche accusato la Russia di aver interferito con il processo di estradizione e di aver violato le norme internazionali. La Russia dal canto suo ha respinto le accuse americane e ha difeso il diritto di Uss a tornare nel suo paese. Ha anche negato il coinvolgimento dei servizi segreti nella sua fuga e ha criticato l’Italia per aver violato i diritti umani di Uss.
La fuga di Uss è diventata così un caso diplomatico che mette in luce le tensioni geopolitiche tra Russia e Stati Uniti, senza dimenticare che in ballo c’è anche la credibilità internazionale dell’Italia e delle sue istituzioni.