Gian Carlo Blangiardo, alla guida dell’istituto di statistica, prevede un impatto pesante del conflitto sulle prospettive di ripresa post pandemia: “Livello dei prezzi preoccupante, soprattutto per le famiglie meno abbienti. Non c’è nulla che faccia sperare che le cose possano migliorare”
Con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, “c’è stato un blocco rispetto alla speranza di ripresa”. La previsione era di arrivare ad aprile al Pil prepandemia, “ma non sarà così”. Lo ha detto il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo a Sky Tg 24 ribadendo la stima dell’Istituto su un possibile impatto negativo del conflitto di 0,7 punti di Pil. Il rischio, ha avvertito, è però che i valori possano diventare “decisamente più grandi”.
Blangiardo si è soffermato poi sul tema inflazione. “Come statistiche ufficiali non siamo in grado di poter dare un’indicazione rispetto a qualcosa che non è sotto controllo”, ha sottolineato. “Viviamo praticamente alla giornata”, ha detto, definendo il livello dei prezzi “preoccupante”, soprattutto per le famiglie meno abbienti. “Non c’è nulla che faccia sperare che le cose possano migliorare”, ha aggiunto.
Da guerra rischio impatto negativo sulla natalità
Il presidente Istat, a lungo docente di demografia, si è soffermato anche sugli impatti che la guerra potrebbe avere sulla natalità. “La popolazione italiana è scesa sotto il livello dei 59 milioni, è tornata indietro al livello del 2006, con ua tendenza che va avanti dal 2014. La popolazione italiana continua a diminuire ed era successo solo nel 1917-1918. La paura è che questo nuovo effetto paura per la guerra possa indurre a rimanere in attesa, a rinviare progetti di maternità e paternità che poi diventa una rinuncia”. Allo stesso tempo, ha aggiunto Blangiardo, l’ondata di profughi in fuga dalla guerra ucraina “sicuramente” impatterà la demografia italiana, “aumenterà le presenze” e “la componente straniera” complessiva presente in Italia di “5,2 milioni circa potrebbe accrescere in modo importante”.