Fusione nucleare accelera, l’Italia costruirà il primo impianto nel 2025

Avantgardia

Esposto a Roma alla più grande fiera tecnologica europea, un simulatore di gabbia magnetica, per dimostrare la fiducia nel prossimo sviluppo di una fonte di energia inesauribile, verde e sicura.

Il mondo accelera nella ricerca di una fonte di energia inesauribile, verde e sicura nel percorso legato alla fusione nucleare. Mentre il Regno Unito disegna un piano per avere il primo prototipo di reattore nel 2032 e ITER (il consorzio dei tre continenti che deve realizzare il più grande complesso in Francia), fatica a rispettare le scadenze, il gruppo energetico italiano Eni, in collaborazione con il Il Massachusetts Institute of Technology (MIT), assicura che “costruirà un primo stabilimento negli Stati Uniti nel 2025”. Una notizia confermata anche da Monica Spada, responsabile della Ricerca e Innovazione Tecnologica dell’azienda italiana, durante la Maker Faire (Fiera dei Creatori), che si è chiusa domenica 9 Ottobre a Roma. La crisi energetica globale ha trasformato la maratona scientifica che cerca di riprodurre la potenza del Sole in uno sprint negli ultimi 100mt.

La fusione nucleare è la porta di una speranza globale che Spada riassume ricordando il fondatore di Eni, Enrico Mattei: “Portare l’energia a tutti, in modo sostenibile e farne un bene comune “. Per questo risultato, si tenta di riprodurre un fenomeno solare unendo due nuclei di atomi di luce per formare un terzo nucleo in grado di generare  energia. Attualmente vengono utilizzati dei nuclei di deuterio e di trizio, della catena degli isotopi dell’idrogeno. Entrambi generano una nuova particella che rilascia 17,6 mega-elettronvolt [MeV], il che significa che una quantità di 2,5 grammi di entrambi, genera energia simile a quella di forno a carbone, grande come un campo da calcio. Il suo potenziale comparato a qualsiasi combustibile fossile è 10⁷ volte superiore.

Oggi i princali problemi che la ricerca incontra, sono legati alle alte pressioni e alle temperature del plasma di fusione (il combustibile di un reattore), che possono essere superiori a quelle del Sole: 200 milioni di gradi al centro. La ricerca attuale tenta di confinare questo plasma in gabbie magnetiche per mantenerlo a temperatura costante, facendolo levitare nel vuoto all’interno del reattore, al fine di ridurre al minimo gli effetti del contatto con le pareti ed evitare fluttuazioni.

Per Monica Spada, la tecnologia necessaria è già matura e prevede di costruire il primo impianto in tre anni negli Stati Uniti, dove Eni fa parte di Commonwealth Fusion Systems, società emersa dal MIT nel 2018:

Abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto perché siamo stati i primi a capire che c’è un potenziale enorme. Stiamo lavorando per renderlo realtà il prima possibile. Il primo impianto Sparc sarà attivo nel 2025 e, sebbene in quella data non sarà connesso alla rete, sarà il primo prototipo”.

Sparc è un dispositivo compatto a fusione di rete, di medie dimensioni, ma con un campo magnetico molto potente. La previsione di avere un sistema completo di distribuzione dell’energia è nel 2028.

Per questo, è necessario superare un’altra sfida, una volta raggiunto il confinamento: cioè che l’energia generata sia maggiore di quella utilizzata per realizzare la fusione. Il team Joint European Torus (JET), guidato dal Regno Unito, ha raggiunto un record all’inizio dell’anno: 59 megajoule per cinque secondi, l’equivalente dell’energia necessaria per far bollire l’acqua in 60 bollitori. Anche se non sembra molto, il record raddoppia quello raggiunto 25 anni fa e supporta la progettazione degli attuali reattori mostrando il modo per renderli efficienti.

La fiducia di Eni nella fusione nucleare l’ha portata a sollevare il più grande padiglione individuale alla Maker Faire di Roma, la più grande fiera tecnologica europea, organizzata dalla Camera di Commercio della Capitale con i finanziamenti dell’UE. L’installazione, realizzata dagli architetti Carlo Ratti e Italo Rota (autori del padiglione Italia all’Expo di Dubai 2020), simula un viaggio all’interno di una gabbia magnetica.

“I visitatori possono sentirsi come le particelle di fusione. Molti elementi della vita sono nella tecnologia e questo fa parte della vita. Ci devono essere tante soluzioni per le città, per il corpo della popolazione, e bisogna trovare un equilibrio” riassume la Ratti.

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