SAPERE DI BELLEZZA - Come riapriranno i musei? E se un numero minore di visitatori non fosse affatto un danno?
Rubrica dedicata all'arte e alla cultura, a cura di CLAUDIO SCACCABAROZZI
Dopo la falsa partenza dell’estate 2020, con la riapertura e successiva chiusura dell’autunno, i musei si stanno apprestando a riaprire le proprie porte (almeno in zona gialla, come gli Uffizi).
La riflessione non è quindi tanto sul quando ma sul come. Già nella riapertura estiva infatti, tutti i musei hanno dovuto adeguarsi a strette regole di ingresso: contingentamento dei visitatori, obbligo di mascherina per tutta la visita, postazioni con gel sanificante in ogni dove, massima attenzione a evitare possibili assembramenti.
E’ probabile che il futuro prossimo sarà molto simile a questa realtà, anche quando un vaccino sarà diffuso e si potrà tornare a una vita quasi normale.
Ciò che è successo questa estate è però peculiare. Data la carenza di turisti stranieri (soprattutto asiatici e americani), i musei si sono popolati di un pubblico più locale, andando a svolgere ancora di più quel ruolo di centri di cultura all’interno delle comunità.
Sarà possibile tornare alla situazione pre-covid? Ma soprattutto, c’è da augurarselo?
Molte città e realtà museali italiane, nel periodo pre-pandemico, erano completamente sopraffatte dalla quantità di turisti, soprattutto stranieri, che le invadevano. Anche passeggiare per alcune vie di Firenze o Venezia era diventato complicato, in certi periodi, proprio per la quantità di turisti mordi e fuggi presenti.
Già negli anni precedenti, alcune amministrazioni come quella di Dubrovnik (Croazia) erano state costrette a inserire un numero chiuso giornaliero per contingentare gli ingressi, e molti altri luoghi comele Cinque Terre e Taormina ci avevano seriamente pensato o lo avevano previsto come Venezia (dal 2022).
Molto difficilmente si tornerà (almeno nel breve periodo) a una situazione simile, e questo permetterà ai musei di concentrarsi su quei pubblici che sono a loro più vicini, e che spesso visitano (e vivono) il museo più volte l’anno.
In questo senso, l’iniziativa Brera Pilus+ (di cui vi abbiamo già parlato qui) va in questa direzione, cioè amplificare le possibilità per il visitatore creando una sorta di abbonamento per la visita, con cui una persona può ritornare più volte per ammirare le opere della Pinacoteca e nel frattempo approfondire le proprie conoscenze con contenuti digitali dedicati.
Il vero e proprio boom di contenuti culturali online causato dalla pandemia ha sicuramente aiutato molte realtà a digitalizzarsi, e compiere in poche settimane dei percorsi che avrebbero richiesto anni.
Dall’altro lato però, chi scrive è convinto che il digitale potrà essere solo un complemento, un approfondimento di ciò che viene visto dal vivo nei musei, e non li potrà mai sostituire.
L’augurio è quindi che si possa tornare presto in presenza nei musei, evitando la corsa frenetica ad accumulare visitatori che aveva caratterizzato gli ultimi anni prima della pandemia.
Il successo di una realtà museale non andrebbe misurato solo sul numero di biglietti venduti, ma sul servizio che sa rendere alla comunità di cui fa parte.
Claudio Scaccabarozzi
- Pubblicato in Eventi e stili di vita