Elegante e Unico… ciao Gianluca

Avantgardia

Tre settimane che hanno portato al calcio felicità e tristezza, la più brillante finale di Coppa del Mondo e tre tragiche sconfitte

La morte di Pelé , il più grande giocatore di tutti i tempi, prima ancora di raggiungere i 60 anni, Sinisa Mikhailovich è morto per una grave leucemia e oggi Gianluca Vialli se ne è andato in silenzio, come un vero “SIGNORE”. Due dei calciatori e allenatori più carismatici ed eleganti che il nostro calcio abbia mai avuto. 

Difficile non ricordare Vialli; con una testa calva e lucida, attirò subito l’attenzione. Ha anche vinto ovunque sia andato, è diventato campione d’Italia con la Sampdoria, segnando 19 gol, il massimo in quel campionato. Ha anche  raggiunto la finale di Coppa dei Campioni sempre con quella Samp che sembrava una corazzata fatta da campioni. All’estero ha vinto la Coppa delle Coppe con il Chelsea ancor prima dell’arrivo di Roman Abramovich. Per non parlare del periodo d’oro alla Juventus.

Vialli ha un risultato unico che nessuno ha ripetuto e non ripeterà, ha vinto la Champions League, la Coppa delle Coppe e la Coppa UEFA con 3 diverse squadre, la Sampdoria, la Juventus e il Chelsea.

Vialli al chelsea

Nel 1992 l’attaccante fu acquistato dalla Juventus per una cifra record per quei tempi, 12,5 milioni di sterline. A quel tempo, Luca aveva già un terzo posto al Campionato Europeo del 1988 e al Campionato del Mondo del 1990. L’unica nota stonata nella sua carriera il non aver partecipato ai Mondiali del 1994 negli Stati Uniti, non perchè il suo posto era coperto da un giocatore migliore, ma per un conflitto di idee con l’allora Ct della nazionale Arrigo Sacchi.

“Abbiamo avuto disaccordi e scontri. Adesso posso dire che la colpa era mia e per il bene della nazionale dovevo aggiustare tutto. Ma a quel tempo io e Sacchi eravamo come due galli in un pollaio. All’inizio gli piacevo, ma poi Arrigo si rese conto che facevo domande e non mi accontentavo di semplici ordini. Non credo che a Sacchi piacessero le domande”

Queste furono le dichiarazioni di Vialli nel dopo Mondiali, e ancora offeso per la non convocazione dichiarò che in finale avrebbe tifato anche il Brasile oltre che la sua nazionale, l’Italia.

Vialli era figlio di un magnate dell’edilizia, cresciuto in una casa di 60 stanze, quindi il calcio per lui non era un lavoro, ma uno spettacolo. Ha segnato gol bellissimi in acrobazia. Ed è sempre stato l’anima della squadra, diventandone il centro d’attrazione e controllo dentro e fuori dal campo. Non è mai stato un personaggio comodo per gli allenatori. 

Gianluca amava il calcio e il calcio amava Gianluca. Sembrava attrarre tutti i tipi di trofei. Anche se dietro questo, ovviamente, c’erano lavoro e carattere.

 “Mai nella mia vita sono sceso in campo senza pensare a vincere. Anche alla Cremonese pensavo solo a vincere. Ho pensato allo scudetto con la Sampdoria e abbiamo vinto. Ho pensato alla Champions League alla Juve e ce l’abbiamo fatta. Queste erano squadre con carattere. È impossibile raggiungere questo obiettivo entrando in campo solo per non perdere “.

La fine della carriera lo vede in quel mitico Chelsea di fine anni ’90, con Zola, Gullit, Di Matteo, Deschamps, Petrescu, Leboeuf. Conquistando contemporaneamente la FA Cup, la Coppa di Lega, la Coppa delle Coppe e la Supercoppa UEFA.

Lasciati i panni da allenatore che per il carattere troppo forte non gli si addicevano, Vialli si è ritrovato nei panni di un ottimo esperto nelle dirette televisive.

Da allenatore della nazionale italiana è diventato campione d’Europa nel 2021. Poi un vecchio amico della Sampdoria, Roberto Mancini, lo ha invitato nel suo quartier generale per seguirlo nella sua nuova avventura da CT della Nazionale, Vialli non ha esitato a buttarsi in questa nuova avventura che lo ha portato a vincere gli europei.

Quando giocavano per la Samp, il presidente aveva due cani, uno si chiamava Roberto, il secondo era Gianluca.

 A Euro 2020, Vialli aveva già battuto due volte il cancro al pancreas. Ecco cosa disse nel 2018 dopo la prima cura.

“Ho imparato quanto sia difficile dirlo agli altri, alla mia famiglia. Non vuoi mai ferire le persone che ti amano. Ti vergogni come se fosse colpa tua. Portavo un maglione sotto la camicia perché gli altri non si accorgessero di niente, per restare i Vialli che conoscevano. Ora sto bene. È passato un anno, sono stato in grado di tornare alla brutale forma fisica. Ma non sono ancora sicuro di come andrà a finire il partita. La vita è per il 10% ciò che ci accade e per il 90% come la affrontiamo. Spero che la mia storia aiuti gli altri”.

… i tempi supplementari purtroppo li ha vinto la malattia, Gianluca Vialli aveva solo 58 anni, noi ti vogliamo ricordare così…

Comments: 0

Your email address will not be published. Required fields are marked with *