Crisi di Taiwan: cosa c’è dietro il conflitto tra Cina e Stati Uniti che si contendono l’isola
La crisi di Taiwan è una delle sfide più delicate per la pace mondiale. Queste le origini storiche, le ragioni politiche ed economiche e le possibili conseguenze del conflitto tra Cina e Stati Uniti sull’isola.
La crisi di Taiwan è salita alle stelle dopo le recenti manovre militari della Cina nei mari intorno all’isola, considerate da Taipei una vera minaccia di invasione. La Cina rivendica la sovranità su Taiwan e non esclude l’uso della forza per riunificarla al continente. Taiwan, invece, si considera uno Stato indipendente e democratico, sostenuto dagli Stati Uniti e da altri Paesi occidentali. Perché la crisi di Taiwan potrebbe diventare motivo di scontro tra Cina e Stati Uniti e i rispettivi alleati? Quali sono le ragioni storiche, politiche ed economiche dietro questo conflitto? E quali sono le possibili conseguenze per la pace e la sicurezza mondiali?
Il conflitto tra Cina e Taiwan ha le sue radici nella guerra civile cinese tra i comunisti guidati da Mao Zedong (chiamato anche Mao Tse-tung) e i nazionalisti del Kuomintang (KMT) guidati da Chiang Kai-shek. Nel 1949, i comunisti vinsero la guerra e proclamarono la Repubblica Popolare Cinese (RPC) sul continente. I nazionalisti si ritirarono sull’isola di Taiwan, dove stabilirono la Repubblica di Cina (ROC). Da allora, entrambe le parti si considerano il legittimo governo della Cina e non riconoscono l’esistenza dell’altra parte antagonista.
Nel 1971, la RPC sostituì la ROC come membro delle Nazioni Unite e come rappresentante permanente nel Consiglio di Sicurezza. Nel 1979, gli Stati Uniti riconobbero ufficialmente la RPC come l’unico governo cinese e tagliarono i legami diplomatici con Taiwan. Tuttavia, Washington continuò a mantenere relazioni informali con Taipei e a fornirle assistenza militare ed economica attraverso la legge sulla relazioni con Taiwan (TRA).
Negli ultimi anni, la situazione tra Cina e Taiwan si è aggravata a causa di diversi fattori. Uno di questi è il crescente nazionalismo cinese, che vede Taiwan come una parte inalienabile della patria da recuperare a ogni costo. Un altro è il progressivo avvicinamento di Taiwan alla democrazia e ai valori occidentali, soprattutto sotto la presidenza di Tsai Ing-wen, leader del Partito Democratico Progressista (DPP), che sostiene l’identità taiwanese e respinge il principio di “una sola Cina”. Un terzo è l’aumento della pressione degli Stati Uniti sulla Cina per questioni come i diritti umani, il commercio e la sicurezza nel Pacifico.
Questi fattori hanno portato a una serie di provocazioni e tensioni tra le due sponde dello stretto di Taiwan. La Cina ha intensificato le sue esercitazioni militari, le sue incursioni aeree e le sue sanzioni economiche contro Taiwan. Taiwan ha rafforzato le sue difese, le sue alleanze internazionali e la sua partecipazione agli organismi multilaterali. Gli Stati Uniti hanno aumentato le loro vendite di armi, le loro visite diplomatiche e le loro operazioni navali a sostegno di Taiwan.
La crisi di Taiwan è una delle sfide più delicate per la pace mondiale. Se dovesse scoppiare una guerra tra Cina e Taiwan, gli Stati Uniti sarebbero probabilmente coinvolti in una guerra tra Cina e Taiwan e sarebbero probabilmente coinvolti in difesa dell’isola, in base alla legge americana sulle relazioni con Taiwan. Questo potrebbe innescare una escalation di violenza che coinvolgerebbe anche altri Paesi alleati della Cina o degli Stati Uniti, come la Russia, il Giappone, l’India, l’Australia e l’Unione Europea. Le conseguenze di un tale conflitto sarebbero devastanti non solo per le vite umane, ma anche per l’economia globale, il commercio internazionale, l’ambiente e l’Ordine Mondiale.