Crisi al G20; la dichiarazione finale sul conflitto in Ucraina, delude Kiev e soddisfa Mosca
Il vertice del G20, che si è svolto a Nuova Delhi, in India, il 9 e 10 settembre, ha prodotto una dichiarazione finale che ha lasciato l’Ucraina insoddisfatta e la Russia appagata. Il documento ha evitato di condannare esplicitamente l’aggressione militare russa in Ucraina e ha espresso solo un generico appello alla pace e al rispetto dell’integrità territoriale.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy non ha partecipato al vertice, in quanto non invitato dall’India, che quest’anno ha assunto la presidenza del G20 . L’Ucraina ha denunciato questa scelta come una mancanza di solidarietà nei confronti di un paese che “subisce” una guerra da otto anni.
Questo stato d’animo ha portato il ministero degli Esteri ucraino a esprimere una dura critica alla dichiarazione finale che sancisce gli accordi presi durante gli incontri del G20, ritenendola troppo debole e ambigua nel difendere l’Ucraina. “Siamo grati ai partner che hanno cercato di includere una formulazione forte nel testo”, ha dichiarato il portavoce del ministero Oleg Nikolenko su Facebook. “Tuttavia, per quanto riguarda l’aggressione della Russia contro l’Ucraina, il G20 non ha nulla di cui essere orgoglioso”. La dichiarazione finale del G20 si compone di 86 punti, che affrontano vari temi di interesse globale, come la pandemia, il cambiamento climatico, lo sviluppo sostenibile e la cooperazione economica. Al punto 13 troviamo quali sono i risultati degli incontri in merito alla situazione Ucraina. Il testo recita: “Riconosciamo le diverse opinioni e valutazioni sulla situazione in Ucraina tra i membri della comunità internazionale. Sottolineiamo che tutti gli Stati devono astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza per perseguire l’acquisizione di territori contro l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato”. Il documento non fa alcun riferimento alla Russia o al suo ruolo nel conflitto.
La delegazione russa si ritiene soddisfatta del testo pur definendo il vertice come il più difficile nella storia del G20, a causa delle forti pressioni esercitate da alcuni paesi occidentali per inserire una condanna della Russia nella dichiarazione finale.
“Ci sono voluti quasi 20 giorni per concordare la dichiarazione”, ha affermato l’inviata russa al G20 Svetlana Lukash, “e ci sono volute più di 150 ore per approvare la formulazione finale del testo, comprese le operazioni militari in Ucraina”. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha elogiato il risultato raggiunto, definendolo una “pietra miliare” che “riflette pienamente la nostra posizione”. M aha anche accusato l’Occidente di aver tentato di “ucrainizzare” l’agenda del vertice.
La critica dell’Ucraina alla dichiarazione del G20 è stata anche condivisa da altri paesi occidentali, che hanno espresso la loro preoccupazione per la mancanza di una posizione chiara e unitaria sul conflitto in Ucraina. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha affermato che la dichiarazione è stata “un passo importante” ma che “non è abbastanza”. “La Russia deve essere ritenuta responsabile per le sue azioni in Ucraina”, ha detto Blinken.
Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha riconosciuto le difficoltà nel raggiungere un compromesso sulla questione ucraina. “Abbiamo lavorato per una dichiarazione che avesse un riferimento specifico all’Ucraina e questo non era un risultato scontato se si tiene in conto delle grosse difficoltà negli equilibri politico/economici. È una dichiarazione di compromesso ma la considero comunque importante in questo contesto”, ha detto la Meloni ai giornalisti.