COVID-19: l’OMS segnala un’impennata dei casi a livello globale a causa della variante EG.5

Avantgardia

Agosto 2023, la pandemia di COVID-19 non accenna a fermarsi. Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), tra il 24 luglio e il 20 agosto 2023, si sono registrati oltre 1,47 milioni di nuovi contagi e più di 2.000 decessi in tutto il mondo. Si tratta di un aumento del 63% dei casi e di una diminuzione del 48% dei morti rispetto al mese di luglio 2023.

L’OMS ha attribuito questo andamento alla diffusione della variante EG.5 del coronavirus, nota anche come Eris, che sarebbe più trasmissibile e in grado di eludere parzialmente l’immunità acquisita dopo l’infezione o la vaccinazione. La variante EG.5 è stata individuata per la prima volta a febbraio 2023 ed è una discendente della variante Omicron, emersa a novembre 2021. Finora, la variante EG.5 è stata rilevata in 53 paesi, tre in più rispetto alla settimana scorsa.

Secondo una rilevazione tra il 24 luglio e il 20 agosto le regioni più colpite dalla variante EG.5 sono il Mediterraneo orientale, il Pacifico occidentale e l’Europa, dove si è registrato un aumento dell’incidenza dei casi rispettivamente del 112%, dell’88% e del 12%. Al contrario, in Africa si è osservata una diminuzione dell’84% dell’incidenza nello stesso periodo. Per quanto riguarda la mortalità, solo il Mediterraneo orientale ha mostrato un incremento del 70%, mentre le altre regioni hanno registrato una riduzione, con il 49% in meno in Europa.

Tra i paesi con il maggior numero di casi nel periodo di quattro settimane, spicca la Corea del Sud con 1.286.028 contagi e 328 decessi. Seguono Australia (22.836 casi e 148 morti), Regno Unito (21.866 casi), Italia (19.777 casi e 165 morti) e Singapore (18.125 casi). La Russia ha avuto il secondo numero più alto di morti (166), dopo la Corea del Sud.

L’OMS ha dichiarato che il virus “rimane una grave minaccia” per la salute pubblica e ha esortato i paesi a mantenere le misure di prevenzione e controllo che hanno implementato. Tra queste, l’OMS ha raccomandato la vaccinazione di richiamo nei gruppi ad alto rischio, una migliore ventilazione degli ambienti chiusi, l’uso delle mascherine, il distanziamento fisico e l’igiene delle mani. L’OMS ha anche sottolineato l’importanza dell’allerta precoce, della sorveglianza e dell’identificazione dei ceppi COVID.

La variante EG.5, anche chiamata Eris, è una forma mutata del coronavirus Sars-Cov-2 che fa parte della famiglia Omicron. È stata individuata per la prima volta a febbraio 2023 ed è stata inserita dall’OMS nella categoria delle varianti sotto monitoraggio. Si caratterizza per due mutazioni aggiuntive nella proteina Spike, che potrebbero influenzare la trasmissione e l’immunità.

I sintomi della variante EG.5 sono simili a quelli delle altre varianti di Omicron, anche se la frequenza di alcuni può variare. Secondo gli ultimi dati disponibili, i sintomi più comuni sono:

  • mal di gola
  • naso che cola o chiuso
  • tosse secca o grassa
  • mal di testa
  • voce rauca
  • dolori muscolari e articolari
  • alterazioni del senso dell’olfatto

Per il momento, non ci sono prove che la variante EG.5 sia più pericolosa o contagiosa delle altre, ma è necessario continuare a monitorare la sua evoluzione e il suo impatto sulla salute pubblica.

Dalla fine di gennaio 2020 al 5 maggio 2023, l’OMS ha dichiarato un’emergenza sanitaria globale a causa della pandemia di COVID-19. L’11 marzo 2020, l’OMS ha dichiarato l’epidemia una pandemia. Un totale di 769.806.130 casi di COVID-19 sono stati segnalati in tutto il mondo, con 6.955.497 morti, secondo un aggiornamento sul sito web dell’organizzazione. Il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato in un briefing del 5 maggio a Ginevra che il vero bilancio delle vittime è di almeno 20 milioni.

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