Alluvione in Emilia Romagna: il bilancio della tragedia e le cause del disastro

Avantgardia

L’Emilia Romagna è stata colpita da una delle peggiori alluvioni della sua storia, causata da due giorni di piogge torrenziali che hanno fatto esondare oltre 20 fiumi e provocato frane e smottamenti. Il bilancio della tragedia è di 9 vittime accertate, migliaia di sfollati ed evacuati, 41 comuni allagati e 400 strade interrotte. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza e ha convocato un consiglio dei ministri per il 23 maggio per varare provvedimenti a sostegno dei territori colpiti.

Le zone più colpite sono state le province di Bologna, Forlì-Cesena, Ravenna e Ferrara, dove i fiumi Montone, Savio, Ronco, Lamone, Reno, Secchia e Panaro hanno rotto gli argini e invaso campi, case e aziende. Tra le vittime ci sono due coniugi travolti dall’acqua a Ronta di Cesena, un anziano annegato nella sua abitazione a Forlì, un uomo colpito da una frana a Montiano e altre quattro persone ritrovate senza vita nel quartiere Cava di Forlì.

Le immagini dell’alluvione mostrano scene da apocalisse: auto sommerse, ponti crollati, alberi sradicati, fango ovunque. Molti abitanti hanno dovuto abbandonare le loro case con l’aiuto dei soccorritori o rifugiarsi sui tetti in attesa dei soccorsi. Alcuni hanno perso tutto quello che avevano: i loro beni, i loro animali, i loro ricordi.

Ma quali sono state le cause di questo disastro? Gli esperti concordano nel ricondurre l’alluvione a una combinazione di fattori meteorologici ed ambientali aggravati dal cambiamento climatico. Da una parte c’è stata una perturbazione atmosferica molto intensa e persistente che ha portato precipitazioni eccezionali sull’Emilia Romagna. Secondo i dati dell’Arpae (Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia), tra il 16 e il 17 maggio sono caduti mediamente 200 millimetri di pioggia su tutta la regione, con punte di oltre 300 millimetri in alcune zone.

Dall’altra parte c’è stata la condizione del suolo reso impermeabile dalla siccità che ha colpito l’Italia negli ultimi due anni. Questa ha impedito all’acqua di infiltrarsi nel terreno e ha favorito il deflusso superficiale verso i corsi d’acqua. Inoltre la mancanza di vegetazione ha aumentato il rischio di erosione e frane sulle colline.

Infine c’è il ruolo del cambiamento climatico causato dalle attività umane che sta modificando il regime delle precipitazioni e la frequenza degli eventi estremi come alluvioni e siccità. Uno studio pubblicato nel 2020 ha trovato un collegamento tra la siccità che ha interessato l’Europa centrale tra il 2018 e il 2020 – la più lunga dal 1766 – e il riscaldamento globale. Allo stesso modo non si può escludere che l’alluvione in Emilia Romagna sia stata influenzata dal cambiamento climatico che rende più probabili episodi di pioggia intensa e localizzata.

Per prevenire e mitigare gli effetti delle alluvioni è necessario adottare misure sia a livello globale che locale. A livello globale è indispensabile ridurre le emissioni di gas serra responsabili del cambiamento climatico e rispettare gli accordi internazionali come quello di Parigi del 2015. A livello locale è importante monitorare costantemente i livelli dei fiumi e degli invasi artificiali, mantenere efficiente il sistema idraulico e le opere di difesa come gli argini e le casse d’espansione, gestire il territorio in modo sostenibile evitando il consumo di suolo e il disboscamento, sensibilizzare la popolazione sui comportamenti da tenere in caso di allerta meteo.

L’alluvione in Emilia Romagna è stata una tragedia che ha colpito duramente una regione già provata dal terremoto del 2012 e dalla pandemia da Covid-19. Ma può essere anche un’occasione per riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente e sulle azioni da intraprendere per salvaguardarlo.

Per raccontare meglio l’impatto dell’alluvione in Emilia Romagna abbiamo raccolto alcune testimonianze di persone che hanno vissuto in prima persona l’evento e che ci hanno raccontato le loro esperienze, le loro paure e le loro speranze.

Marco, 45 anni, agricoltore

“Non avevo mai visto una cosa del genere. L’acqua è arrivata all’improvviso e ha sommerso tutto. Ho perso il raccolto di quest’anno, le attrezzature, il magazzino. Non so come farò a ripartire. Ho chiesto aiuto alla Protezione Civile e alla Coldiretti, ma non so se basterà. Spero che il governo ci dia una mano, perché noi agricoltori siamo fondamentali per l’economia del paese.”

Anna, 32 anni, infermiera

“È stata una notte da incubo. Lavoro all’ospedale di Forlì e abbiamo dovuto evacuare i pazienti più gravi perché l’acqua stava entrando nel reparto. Abbiamo usato le ambulanze e i gommoni dei vigili del fuoco per portarli in altri ospedali. Alcuni erano in terapia intensiva e abbiamo dovuto fare delle manovre difficili per non staccarli dai macchinari. È stato un miracolo che nessuno sia morto. Ora l’ospedale è chiuso e non sappiamo quando riaprirà.”

Luca, 28 anni, studente

“Stavo tornando a casa in treno da Bologna quando ho saputo dell’alluvione. Il treno si è fermato a Faenza e non è più ripartito. Ho provato a chiamare i miei genitori che abitano a Ravenna ma non rispondevano. Ho pensato il peggio. Poi ho scoperto che erano stati evacuati e portati in una palestra. Sono riuscito a raggiungerli dopo ore di attesa e di ansia. Per fortuna stanno bene, ma la nostra casa è stata invasa dall’acqua e dal fango. Non so cosa troveremo quando torneremo.”

Giulia, 40 anni, insegnante

“La scuola dove insegno è stata allagata e abbiamo dovuto sospendere le lezioni. Molti bambini sono rimasti traumatizzati dall’alluvione e hanno bisogno di sostegno psicologico. Noi insegnanti stiamo cercando di stare vicini alle famiglie e di organizzare delle attività alternative per i bambini. Penso che sia importante farli sentire protetti e fiduciosi nel futuro.”

L’alluvione in Emilia Romagna ha suscitato la reazione delle istituzioni a livello locale e nazionale. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha definito l’evento “un nuovo terremoto” e ha chiesto al governo di dichiarare lo stato di emergenza e di stanziare fondi per la ricostruzione. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha espresso la sua vicinanza alle popolazioni colpite e ha annunciato la convocazione di un consiglio dei ministri per il 23 maggio per varare misure urgenti. Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha espresso il suo cordoglio per le vittime e il suo apprezzamento per il lavoro dei soccorritori.

Anche i leader politici di opposizione hanno espresso la loro solidarietà alle persone colpite dall’alluvione e hanno chiesto al governo di intervenire con rapidità ed efficacia. Il leader della Lega Matteo Salvini ha visitato alcune zone allagate e ha criticato la gestione dell’emergenza da parte della Regione. La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha annunciato una raccolta fondi per aiutare le famiglie e le imprese in difficoltà. Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha sottolineato la necessità di affrontare il problema del cambiamento climatico e di investire nella prevenzione dei rischi idrogeologici.

Oltre alle istituzioni, anche la società civile si è mobilitata per aiutare le persone colpite dall’alluvione. Molte associazioni, enti, aziende e privati cittadini hanno offerto il loro contributo in termini di beni, servizi, volontariato e donazioni. Tra le iniziative più significative ci sono quelle della Croce Rossa Italiana, della Protezione Civile, della Caritas, della Coldiretti, della Confcommercio, della Confartigianato, della Banca del Sangue, della Banca del Farmaco, della Banca dell’Acqua e di molte altre realtà che operano sul territorio.

Anche il mondo dello sport, della cultura e dello spettacolo ha espresso la sua solidarietà alle vittime dell’alluvione. Tra gli sportivi che hanno manifestato il loro sostegno ci sono i calciatori delle squadre emiliane come il Bologna, il Parma, il Sassuolo e la Spal, i piloti della Ferrari Charles Leclerc e Carlos Sainz, il ciclista Vincenzo Nibali e il tennista Matteo Berrettini. Tra gli artisti che hanno inviato messaggi di solidarietà ci sono i cantanti Luciano Ligabue, Vasco Rossi, Laura Pausini e Zucchero, gli attori Pierfrancesco Favino, Claudia Gerini e Alessandro Gassmann, i registi Pupi Avati e Paolo Sorrentino e lo scrittore Roberto Saviano.

L’alluvione in Emilia Romagna ha lasciato dietro di sé un panorama desolante e ha messo in evidenza le fragilità del territorio e del sistema idrogeologico. Per affrontare le sfide del futuro e garantire la sicurezza e la qualità della vita delle persone è necessario adottare una serie di misure e di comportamenti responsabili.

Innanzitutto è fondamentale ripristinare la funzionalità delle infrastrutture danneggiate dall’alluvione, come le strade, i ponti, le reti elettriche e idriche, gli edifici pubblici e privati. Per farlo è necessario che il governo e la Regione stanziino fondi adeguati e che si attivino procedure semplificate per l’assegnazione degli appalti e la realizzazione dei lavori.

In secondo luogo è importante rilanciare l’economia della regione, che è stata duramente colpita dall’alluvione. Molti settori produttivi, come l’agricoltura, l’industria, il commercio e il turismo, hanno subito gravi perdite e hanno bisogno di sostegno. Per farlo è necessario che il governo e la Regione eroghino aiuti economici alle imprese e alle famiglie in difficoltà, che si attivino incentivi fiscali e creditizi per favorire la ripresa delle attività e che si promuovano iniziative per valorizzare le eccellenze del territorio.

In terzo luogo è essenziale prevenire il rischio di nuove alluvioni e di altri eventi estremi legati al cambiamento climatico. Per farlo è necessario che il governo e la Regione investano nella manutenzione e nel potenziamento del sistema idraulico e delle opere di difesa, che si adottino criteri di pianificazione territoriale sostenibile che limitino il consumo di suolo e il disboscamento, che si promuova una cultura della sicurezza e della protezione civile tra la popolazione.

L’alluvione in Emilia Romagna ha rappresentato una tragedia per la regione, ma anche un’opportunità per ripensare il suo modello di sviluppo e per rafforzare la sua resilienza. Per farlo è necessario che tutti gli attori coinvolti – istituzioni, imprese, associazioni, cittadini – collaborino tra loro con spirito di solidarietà e di responsabilità.

Comments: 0

Your email address will not be published. Required fields are marked with *